La domanda a cui risponderemo oggi è perché avendo la stessa età e gli stessi anni di contributi l’importo dell’assegno pensionistico è differente tra nord e sud Italia.
A parità di età e contributi non si percepisce la stessa pensione. I pensionati di Milano, Napoli e Palermo ricevono somme differenti. Qual è il motivo?
Le variabili che influiscono sull’importo finale dell’assegno pensionistico sono diverse. In generale è risaputo che la pensione dipende dall’età del lavoratore che esce dal mondo del lavoro e dagli anni di contributi alle spalle. Nello specifico ci sono diversi dettagli legati alle variabili indicate che comportano una somma differente. Questa differenza viene rilevata soprattutto tra nord e sud Italia, tra chi vive a Milano o Torino e chi vive a Napoli, Catania o Palermo. La residenza, dunque, conta perché ogni comune prevede una tassazione diversa. Scendiamo nei particolari per capire con più precisione le cause della differenza riscontrata.
Stessa età e stessi contributi ma pensione diversa, perché?
Quando si parla di pensione si intende generalmente la pensione di vecchiaia, quella raggiunta per requisiti anagrafici – 67 anni nel 2022 – e per il numero di contributi alle spalle – 20 anni. Per il raggiungimenti dei 20 anni di contributi concorre tutta la contribuzione versata o accreditata in favore del pensionato (da riscatto, da lavoro, contributi figurativi o versamenti volontari). Avere lo stesso numero di contributi di un altro lavoratore non significa avere la stessa pensione neanche a parità di età. Questo perché l’ammontare dei contributi previdenziali obbligatori versati negli anni è differente dato che dipende dall’importo della retribuzione mensile.
Per quanto riguarda l’età, invece, occorre allacciarsi ad altre variabili che influiscono sulla pensione ossia la residenza e la tassazione locale.
Addizionali e flat tax al 7%
Un primo motivo per cui a parità di età e contributi non si percepisce la stessa pensione è legato alle addizionali ai fini IRPEF. I comuni presentano addizionali differenti che variano tra città del nord, del centro e del sud Italia. Un secondo motivo tiene in considerazione la tassazione agevolata che alcuni comuni attivano per i pensionati residenti e che inciderà positivamente sull’assegno pensionistico.
Da non dimenticare, poi, la flat tax al 7% sulle pensioni di chi arriva da un Paese estero. Si tratta di una tassazione piatta e agevolata del 7% valida per i pensionati esteri che si trasferiscono in una regione del Mezzogiorno o del Centro Italia. Condizione necessaria è che il nuovo comune di residenza non abbia più di 20 mila abitanti.