I rincari dell’energia accendono l’interesse delle famiglie per legna e pellet. Il dato emerge dal trend delle ricerche su Google che ha toccato il suo apice il 12 marzo.
Le ricerche per un riscaldamento alternativo al gas sono triplicate a partire da ottobre 2021 e tornate ai loro massimi proprio a metà di marzo.
Il continuo rialzo dei prezzi e i timori legati alla guerra in Ucraina determinano il maggiore interesse per le rinnovabili come i biocombustibili legnosi. Accade nonostante la primavera inoltrata e la stagione invernale particolarmente calda e asciutta.
Un aumento dei prezzi dell’energia del 320% nel primo trimestre 2022 è ciò che emerge dai dati del report pubblicato da – Falck Renewables Next Solutions. Il trend ha toccato il suo apice a dicembre 2021 quando il prezzo medio mensile aveva toccato i 281,24 €/MWh con un incremento su dicembre 2020 del 420%
Valori fuori scala che non accennano a rientrare; oltre la guerra in Ucraina a pesare sono state anche le condizioni climatiche che hanno ridotto alla metà la produzione di energia idroelettrica. L’Italia nel 2020 è stata il primo paese dell’Unione europea nel consumo di pallet per il riscaldamento sia domestico che aziendale.
Italia: uno dei mercati più propensi al riscaldamento tramite stufe a pellet
Un record confermato dal Rapporto Statistico di Bioenergy Europe, che vede l’Italia come uno dei mercati più propensi a questo tipo di soluzione. La domanda ha avuto un picco significativo in Europa nel 2019. Questo si affianca alla consapevolezza dell’importanza dell’efficienza energetica, del risparmio e dell’impatto ambientale del pellet. Gli italiani ne consumano ogni anno 3,4 milioni di tonnellate.
Accade lo stesso in altri paesi europei. La produzione di pellet di legno in Spagna è aumentata considerevolmente a partire dal 2019 segnando un incremento del 20% rispetto l’anno precedente.
In Italia secondo AIEL, Negli ultimi 6 anni il consumo di legna e pellet nel settore residenziale è rimasto sostanzialmente stabile. La recente impennata del prezzo nel settore energetico e in particolare del gas ha reso però consapevoli dell’importanza di questo combustibile alternativo. Il pellet è uno dei protagonisti designati per la ripresa economica sostenibile dell’Unione anche considerando gli impegni per la riduzione delle emissioni: almeno il 55% in meno di gas serra entro il 2030 e zero emissioni nette entro il 2050.
Il settore è un eccellenza del Made in Italy: le sue ricadute ambientali lo designano come il riscaldamento domestico del prossimo futuro
Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Associazione Italiana Energie Agroforestali il legno è la prima tra le energie rinnovabili nonché attualmente la seconda fonte di riscaldamento per le famiglie italiane. Se si sostituissero tutti i vecchi impianti domestici a legna con moderne tecnologie si garantirebbe una riduzione delle emissioni di polveri sottili da combustione di biomasse di almeno il 70%.
14 mila aziende per un giro d’affari di 4 miliardi di euro, che occupano 72 mila addetti, fanno di questo settore un’eccellenza del Made in Italy in Europa. Il 70% degli apparecchi a pellet nel continente è infatti progettato e costruito nel nostro Paese.