Il taglio delle accise sui carburanti esteso fino all’8 luglio. Oltre a questo il Governo si impegna a compensare l’impatto sull’aumento del prezzo con un bonus carburante di 200 euro.
Non solo le aziende ma tutti i datori di lavoro privati possono assegnare ai propri dipendenti buoni carburante per un valore massimo di 200 euro.
L’incentivo è quindi rafforzato anche a favore degli studi professionali oltre alle aziende private per cui la misura era stata pensata alla sua origine.
La precisazione sull’incentivo introdotto dal governo è stata decretata grazie a un emendamento del gruppo parlamentare al senato di Fratelli d’Italia. Il testo verrà votato il 10 maggio e definirà una delle tante misure di quello che è stato battezzato decreto Ucraina.
Uno degli aspetti più importanti del bonus carburante è l’assenza del suo conteggio nel reddito. La possibilità per le aziende private di assegnare con un atto di liberalità ai dipendenti un incentivo sotto forma di buoni benzina, non va quindi a pesare sulla dichiarazione dei redditi.
Bonus carburante e dichiarazione dei redditi; il limite stabilito per l’esenzione
Il limite per l’esenzione dai redditi da lavoro è di 258,23 euro, raddoppiato a 516,46 euro per i periodi di imposta 2020 e 2021. Se il valore è superiore, concorre interamente a formare il reddito. I buoni carburante vengono invece considerati ulteriori rispetto alla soglia di esenzione dall’Irpef.
La decisione che il governo andrà a prendere è in linea con la riduzione dell’impatto che la guerra commerciale ha avuto sulle spese di famiglie e imprese. La misura è inserita in quella che originariamente era stata introdotta per un mese, a partire dal 22 marzo. La misura interveniva direttamente sul blocco delle accise per un costo di 600 milioni di euro. Oggi allo sconto praticato di circa 25 centesimi su diesel e benzina si aggiungeranno quindi dei “rimborsi” sulle spese degli aumenti pregressi.