Assistere il familare con legge 104 permette di cumulare i permessi anche se non goduti nel mese? La scoperta shock

I permessi Legge 104 per ragioni di assistenza ad un familiare disabile si perdono se non fruiti? O si possono cumulare?

La Legge 104/92 prevede il diritto a 3 giorni di permesso mensili per i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) che devono prestare assistenza ad un familiare con handicap grave. Inoltre, tali permessi spettano anche allo stesso disabile, se lavoratore.

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Uno dei problemi più diffusi riguardo tale beneficio è la possibilità di cumulo nel caso in cui, in un mese, i permessi non siano utilizzati. I lavoratori, dunque, si chiedono se i giorni di assenza non goduti possono essere cumulati, oppure se quelli non goduti vengono lo stesso retribuiti.

Assistenza familiare disabile: quando possono essere utilizzati i permessi

In merito ai permessi ex comma 3, art. 3 Legge 104, due Lettori hanno posto tali quesiti:

Salve, mia moglie è affetta da morbo di Parkinson ed altre patologie ed ha l’invalidità del 99%. Vorrei sapere se ho diritto a dei permessi retribuiti e, nel caso, se posso accumularli. Grazie.”

Buongiorno, chi beneficia dei 3 giorni di permesso mensili può utilizzarli nel mese successivo, sommandoli a quelli del mese in corso? I giorni di permesso non utilizzati vengono ugualmente rimborsati dall’INPS al datore di lavoro? Grazie.”

La normativa stabilisce che non è possibile cumulare i giorni di permesso che non sono stati utilizzati. Dunque, i 3 giorni di assenza dal lavoro possono essere sfruttati solo di mese in mese e, se non utilizzati, si perdono. Vediamo, nello specifico, cosa prevede la legge.

Cosa succede ai permessi 104 non goduti?

I permessi 104 per prestare assistenza ad un familiare disabile, non possono essere cumulati per poter essere utilizzati successivamente. Dunque, se non si utilizzano nell’arco del mese, si perdono e non si possono monetizzare.

È bene ricordare, però, che la perdita riguarda esclusivamente i giorni non goduti e mai il diritto in sé. Questo vuol dire che, il mese seguente, il dipendente avrà a disposizione altri 3 giorni. Il beneficio, infatti, i perde solo se non sussistono più le condizioni sancite dalla Legge 104, cioè quando il lavoratore smette di prestare assistenza al familiare o quando questi non è più affetto da disabilità grave.

I giorni di permesso si possono cumulare? Solo in questi casi

Un’ipotesi in cui è possibile cumulare i permessi è quando essi sono predisposti per l’assistenza a due familiari distinti. Solo in questo caso, dunque, il lavoratore caregiver avrà a disposizione 6 giorni di permesso al mese, anziché 3.

La stessa disciplina è riconosciuta nei confronti del lavoratore disabile grave che, a sua volta, presta assistenza ad un suo familiare con handicap grave.

Un altro caso per il quale è consentito il cumulo è quando la presenza del lavoratore è indispensabile per assistere più disabili. Di conseguenza, i permessi non sono cumulabili se ci sono anche altre persone a disposizione che possono assistere, oppure quando si possono assistere entrambi i disabili contemporaneamente. Non è possibile il cumulo, quindi, se il lavoratore deve assistere il padre e la madre disabili, perché, se conviventi, potrà prestare loro assistenza contemporaneamente.

L’ultima ipotesi di cumulo dei permessi 104, poi, si ha quando essi assolvono a scopi diversi. Ad esempio, nel caso di permessi per allattamento o per il congedo parentale e di maternità. Lo stesso meccanismo abbraccia anche le ferie; nei mesi in cui esse vengono utilizzate, infatti, non è possibile riproporzionare i permessi 104.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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