Il Bonus da 200 euro e il Reddito di Cittadinanza non sono sempre compatibili e la motivazione non è reddituale. Scopriamo quando una delle due misure è a rischio.
Un unico caso e non è legato al reddito; cerchiamo di capire qual è la condizione che nega la possibilità di ottenere sia il Bonus da 200 euro che il Reddito di Cittadinanza.
I percettori dell’RdC hanno gioito quando hanno appreso che il Governo ha deciso di allargare l’iniziale platea dei beneficiari includendoli nell’erogazione del Bonus 200 euro. Ricordiamo che si tratta di una misura volta a fornire un supporto economico ai cittadini in un momento in cui le uscite sono più onerose del normale a causa dei rincari di luce, gas, generi alimentari, tasse e ogni materia prima.
Il Governo si deve far carico delle mancanze della popolazione aiutando con bonus e agevolazioni chi ne ha bisogno. Tra gli incentivi rientra il famoso Bonus da 200 euro erogato una tantum a lavoratori dipendenti, autonomi, colf e badanti, disoccupati percettori di Naspi, pensionati e percettori di Reddito di Cittadinanza.
Bonus 200 euro e Reddito di Cittadinanza, da cosa nasce l’incompatibilità
Condizione necessaria di accesso alla misura è il reddito personale entro i 35 mila euro. Non è stato fissato alcun limite ISEE né ulteriori requisiti e ancora sono solo frutto di indiscrezione le direttive generali legate alla modalità di erogazione della somma a seconda della categoria di appartenenza. La pubblicazione del Bonus nella Gazzetta Ufficiale permetterà di comprendere ogni particolare ma, al momento, è spuntato un dettaglio con riferimento ai percettori dell’RdC che prevede l’incompatibilità della prestazione con il Bonus 200 euro. Secondo un comunicato INPS sembrerebbe che il Bonus sia dedicato ad un solo membro della famiglia. Non sarà possibile, dunque, ricevere più di un Bonus all’interno dello stesso nucleo familiare.
Nel caso in cui, ad esempio, nella famiglia ci sono un pensionato destinatario del Bonus e un percettore di RdC, quest’ultimo non riceverà i 200 euro.
Una beffa per le famiglie
Ci sono delle incongruenze da rilevare nel testo bozza del Bonus 200. Se lo scopo è sostenere le famiglie e le imprese contro i rincari la condizione dell’impossibilità di effettuare la doppia erogazione dovrebbe essere abolita. Poniamo il caso di un single dal reddito di 34 mila euro all’anno. Percepirà in busta paga – o qualsiasi altra sia la modalità – i 200 euro con cui potrà pagare una bolletta e fare anche la spesa.
Passiamo ad una famiglia di 4 persone con 25 mila euro all’anno (oppure 9.360 euro come il limite imposto per ottenere il Reddito di Cittadinanza) di reddito. Percepirà gli stessi 200 euro una tantum con cui a malapena potrà pagare una bolletta di luce e gas. E se una famiglia di 5 persone guadagna 36 mila euro all’anno? Riceverà zero euro. Di quale aiuto stiamo, allora, parlando? Forse in questo caso il requisito dell’ISEE non si sarebbe dovuto tralasciare.