Sul bonus benzina 200 euro è intervenuto un emendamento che allarga la platea dei possibili aventi diritto
Un recente emendamento ad un decreto del Governo consente a tutti i ‘datori di lavoro privati’, e non solo alle ‘aziende private’, di attribuire ai propri dipendenti il bonus benzina 200 euro.
Un interessante emendamento al testo del decreto Ucraina fa chiarezza sulla portata effettiva dei bonus benzina pari a 200 euro, concessi ai dipendenti di tutti i datori di lavoro privati.
L’intervento normativo ha lo scopo di andare incontro alle difficoltà dei lavoratori per l’aumento generale dei prezzi, causato dalla crisi russo-ucraina. E ciò senza al contempo accrescere il costo del lavoro per l’azienda. Nessun dubbio a riguardo: il bonus benzina consiste in una delle iniziative prese dal Governo, per far fronte al rincaro dei carburanti legato alla delicata situazione internazionale. Peraltro, detto provvedimento si aggiunge al taglio delle accise sui carburanti, oggetto recentemente di proroga fino all’8 luglio.
In precedenza, il dato normativo non spiccava per chiarezza ed anzi si era fatto largo il dubbio su quali fossero gli effettivi datori di lavoro in grado di erogare la misura in oggetto. Ora l’emendamento sgombera il campo dalle incertezze.
Bonus benzina 200 euro: i datori di lavoro cui si riferisce l’agevolazione
Ebbene – alla luce delle ultime novità normative – il citato buono carburanti pari a 200 euro, previsto il 2022, è da ritenersi esteso a tutti i datori di lavoro – a titolo di fringe benefit.
In buona sostanza i buoni benzina 200 euro per i lavoratori subordinati possono essere versati da tutti i datori di lavoro, ovvero:
- aziende private;
- studi professionali.
Non vi sono dubbi sul secondo punto: anche gli studi professionali e i loro dipendenti potranno avvalersi delle norme di favore del bonus carburante. In particolare, si tratta dei riflessi della novità stabilita da un emendamento approvato dalle commissioni riunite Finanze e Industria del Senato. Dal bonus in oggetto sono esclusi però i lavoratori del settore pubblico.
L’estensione del bonus benzina appare peraltro consequenziale alla logica che ispira gli ultimi provvedimenti dell’Esecutivo. Infatti, l’agevolazione ampliata intende venire incontro alle famiglie alle prese con il problema dei rincari generalizzati dei beni di prima necessità, delle bollette e degli stessi carburanti.
Ecco perché l’utilità dell’emendamento ad hoc, all’interno del decreto citato, emerge in tutta evidenza.
Il chiarimento in oggetto, che, come detto, allarga la portata dell’intervento ampliando la platea dei beneficiari, è stato presentato in Commissione a Palazzo Madama.
Bonus benzina 200 euro: il benefit è una opzione del datore di lavoro
Dal punto di vista tecnico, il bonus benzina 200 euro per ogni dipendente non consiste propriamente in un bonus in denaro né in una forma di rimborso carburante. Si tratta di fatto di un benefit che il datore di lavoro può valutare se assegnare o meno al proprio lavoratore subordinato. La finalità è quella di contribuire alle spese di acquisto della benzina.
Tutti i lavoratori dipendenti possono ottenerlo, al di là dell’ammontare dello stipendio. La concessione del bonus non è infatti legata a limiti reddituali.
Se ci si domanda come chiederlo, la risposta da dare è che i lavoratori non dovranno presentare nessuna domanda per accedere al bonus benzina in oggetto. Si tratta, infatti, di un’agevolazione che è assegnata in via diretta dall’azienda.
Bonus benzina 200 euro: riflessi fiscali e assegnazione ad personam
Nell’ambito di questo meccanismo non sono in gioco tasse sul reddito. In altre parole, detto importo non concorre alla formazione del reddito imponibile fiscalmente ai sensi del comma 3 dell’art. 51 del TUIR e neanche ai fini contributivi. Detto bonus benzina rientra peraltro nella lista dei bonus senza ISEE.
Di solito la soglia esentasse per detti fringe benefit comporta una franchigia di 258,23 euro, alla quale si sommerebbero gli ulteriori 200 euro se utilizzati per buoni carburante.
Tuttavia, su questo punto è atteso un intervento chiarificatore da parte dell’Agenzia delle Entrate. Non solo: resta altresì da chiarire se il buono benzina trovi applicazione anche nel caso in cui sia riconosciuto ad personam (vale a dire soltanto ad un lavoratore o ad alcuni lavoratori) e non alla generalità – cioè a categorie omogenee di dipendenti.
Ricordiamo infine che il testo del citato decreto è nel pieno del procedimento di conversione in legge. Il documento dal Senato dovrà poi passare alla Camera, ed – in ogni caso – dovrà essere convertito in legge entro il 20 maggio. Al momento non può dunque escludersi che il testo passi con il meccanismo della fiducia.