Casa, la stangata IMU è – forse – un pericolo scampato. La riforma del catasto non dovrebbe riservare sgradevoli sorprese a meno che le (assurde) richieste di alcuni partiti dovessero essere ascoltate.
Il rischio di una batosta IMU è stato reale ma forse lo abbiamo allontanato. Ad oggi, infatti, sembrerebbe che il rincaro del 114% non verrà applicato. Per fortuna.
Gli italiani e la casa, tra mutuo, affitto, spese di ristrutturazione, condominio, i costi sono elevati e le uscite abbondano. Per non parlare di chi ha non uno ma due immobili e deve corrispondere annualmente anche l’IMU, un’imposta onerosa dovuta per le seconde case oppure per abitazioni di lusso. Diversi cittadini tentano di trovare escamotage per evitare l’esosa tassa – c’è chi prova con la residenza diversa tra coniugi ma rischia multe salate – e chi ha l’esenzione si ritiene molto fortunato. L’annunciato aumento dell’IMU, poi, ha spaventato notevolmente i contribuenti nelle ultimi settimane ma, ad oggi, sembrerebbe che il peggio sia passato e che il rincaro del 114% non verrà applicato. Una percentuale esagerata ma con reale possibilità di realizzazione qualora la richiesta di Pd, Movimento 5Stelle e Commissione Europea fosse andata in porto.
Casa e IMU, la riforma del catasto ha messo in pericolo gli italiani
Per capire il percorso verso il possibile rincaro del 114% occorre iniziare dai dettagli del catasto. Ad oggi il valore catastale totale degli immobili in Italia è di 2.897 miliardi di euro con una rendita catastale media pari a 489 euro. Il riferimento è a 35.265.434 abitazioni con un valore catastale per metro quadro di 696 euro. Il valore medio di mercato del 2020, invece, si è attestato sui 1.485 euro al metro quadro come risulta dalle compravendite immobiliari. Ciò significa che il valore medio di mercato è 2,14 volte superiore rispetto al valore catastale. Si stima un fatturato medio per ogni unità immobiliare di 159.623 euro con un valore totale del patrimonio abitativo di 5629 miliardi di euro. Questa differenza tra valore catastale e di mercato avrebbe portato ad una crescita dell’imponibile fiscale di 2732 miliardi di euro qualora l’opzione scelta fosse stato il criterio di valutazione dei prezzi di mercato.
La proposta di PD e Movimento 5Stelle sulla spinta della Commissione Europea è stata proprio quella di far pagare le imposte (IMU compreso) partendo dai valori di mercato e non da quelli del catasto con un rincaro del 114% a gravare sulle spalle dei contribuenti.
Il peggio è veramente passato?
Il solo pensiero di chiedere agli italiani di pagare una tassa come l’IMU con un rincaro del 114% mette ancora una volta in discussione la qualità della classe politica in Italia. Dopo una pandemia, le conseguenze della guerra in Ucraina e la crisi economica associata ad aumenti esagerati in ogni settore, non fa assolutamente ridere la proposta di passaggio da una valutazione catastale a una di mercato. Gli effetti di una scelta del genere – scelta incomprensibile e incettabile per i cittadini che faticosamente riescono a concedersi il lusso di due immobili – sarebbero devastanti e fuori da ogni forma di tutela per gli italiani. Ad oggi il pericolo sembra essere scampato ma la paura che questa stessa proposta o altre idee geniali del genere possano arrivare come un fulmine a ciel sereno rimane tra i contribuenti.