Maxi truffa sui buoni fruttiferi postali, moltissime vittime adescate dai falsi dipendenti di Poste Italiane, incredibile cosa hanno fatto

È stata scoperta una maxi truffa sui buoni fruttiferi postali. Ecco cosa hanno scoperto i Carabinieri, roba da non credere.

Di questi tempi non ci sorprendiamo, purtroppo, ormai più di niente. Crescono le tipologie di truffe ai danni di poveri e ignari cittadini. L’unico modo per difendersi è conoscere le dinamiche, per non rischiare di cadere in trappola. Per fortuna, però, ci sono le Forze dell’Ordine, che sventano bande di criminali organizzati.

Truffa sui buoni fruttiferi
Adobe Stock

Ed è proprio quello che è successo pochi giorni fa. Durante un’operazione che ha coinvolto i Carabinieri di tutta Italia, sono state bloccate azioni criminali di ampia portata. Una delle truffe perpetrate ai danni di clienti delle Poste è incredibile.

Come sappiamo, investire soldi può essere rischioso. Ma solo se lo si fa senza cognizione di causa. Molte persone investono nei buoni fruttiferi postali proprio perché emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, una controllata del Ministero delle Finanze. Gli interessi sono garantiti e la rendita può arrivare a raddoppiare in pochi anni. Dunque, sapere che centinaia di persone hanno perso tutti i loro risparmi fa davvero male. Anche perché le vittime erano per lo più persone molto anziane.

Truffa sui buoni fruttiferi postali, incredibile cosa sono riusciti a fare

Le dinamiche della truffa sono emerse dopo che i Carabinieri hanno arrestato decine di persone. Stiamo parlando di malviventi che appartengono alla criminalità organizzata. Perché ciò che hanno ideato è frutto di delinquere progettate, perpetrate e continuative molto ben congegnate.

Il vero scandalo è che l’ingente furto di soldi è stato possibile grazie a dipendenti delle Poste “talpa”, senza l’aiuto dei quali i criminali non avrebbero potuto operare. I dipendenti, infatti, avevano accesso (indebito ovviamente) ai dati di centinaia di titolari di BFT e di emittenti vaglia postali d’ingente valore. Sceglievano nominativi di persone molto anziane, magari emigrate all’estero. E che avevano titoli a lunga e lunghissima scadenza.

I criminali provvedevano a clonare i buoni e i vaglia. Poi, tramite la compiacenza dei medesimi dipendenti delle Poste, ritiravano il denaro, tramite documenti anch’essi falsi.

Dopo gli arresti e lo sviluppo dell’indagine, la speranza è che le persone truffate possano rientrare in possesso dei propri soldi. Rimane però l’indignazione di fronte a personaggi senza scrupoli, che ancora una volta hanno preso di mira le persone più fragili.

Gestione cookie