Addio ai buoni pasto, presto nessuno accetterà più i ticket: a rischio tutti i lavoratori

I buoni pasto mettono in agitazione i commercianti. Le condizioni non sono vantaggiose e minacciano di non accettarli più. I lavoratori cominciano a sudare.

Si scaldano i toni sulla questione “buoni pasto” dalle commissioni inaccettabili del 20%. Dove porterà l’agitazione dei commercianti e dei ristoratori?

buoni pasto
Adobe Stock

Il buono pasto è un ticket che il datore di lavoro fornisce al dipendente per poter fruire della mensa oppure di un pasto o di prodotti alimentari. Rappresenta un benefit diffuso nelle aziende, può essere erogato in forma cartacea o elettronica e corrisponde ad un valore differente, spesso compreso tra 4 e 8 euro. Il vantaggio che rappresenta per il lavoratori è indiscusso ma non si può dire lo stesso per i commercianti e i ristoratori che vengono pagati con i buoni pasto. Devono, infatti, pagare una commissione che con la pandemia e la guerra in Ucraina è arrivata fino al 20%. Percentuale inaccettabile che fa esplodere la rabbia degli interessati che minacciano di non accettare più i buoni. Coinvolti nella battagli sono Conad, Coop, Federdistribuzione, Fiepet Confesercenti, Fipe Confcommercio e Fida.

Buoni pasto, i commercianti avviano una battaglia

Le conseguenze della pandemia prima e della guerra tra Russia e Ucraina poi non smettono di gravare sulle spalle dei cittadini. Tra gli strascichi e gli effetti più noti della diffusione da Covid 19 e del conflitto in Europa troviamo una crisi economica rilevante e un aumento dei prezzi che sta mettendo chiaramente in difficoltà gli italiani. I rincari sono alle stelle e tale situazione si riscontra in diversi settori arrivando a coinvolgere il benefit tanto amato dai lavoratori, i buoni pasto. Il problema è che ad aumentare sono state anche le commissioni applicate agli esercenti. Sono passate dal 7/10% al 20% rappresentando una perdita non indifferente per commercianti e ristoratori.

I rincari non sono accettabili – ha dichiarato il presidente della Fipe Lino Enrico Stoppani – soprattutto se associati agli aumenti di luce e materie prime. Di conseguenza, servono due interventi precisi per risolvere la situazione.

Le richieste delle Federazioni

Il sistema dei buoni pasto deve essere modificato. Le richieste avanzate dalle Federazioni coinvolte sono principalmente due. La prima sottolinea la necessità di tutela del valore nominale dei titoli. La seconda richiede la certezza dei tempi di rimborso da parte delle aziende che erogano i buoni pasto.

Inoltre, sarebbe opportuno per i commercianti e i ristoratori che le commissioni tornassero quelle di prima abbassando notevolmente la percentuale del 20%. Ad oggi, per ogni 10 mila euro di buoni pasto di incasso, la perdita per gli esercenti si attesta sui 3 mila euro. Cifre elevate che in un periodo di spese elevate sono inaccettabili. La possibile conseguenza se la situazione non dovesse evolversi? Nessuno accetterà più i ticket perché le aziende non saranno in grado di poter farsi carico del welfare dei dipendenti.

Gestione cookie