Prosegue la denuncia di varie organizzazioni sulla presenza di sostanze nocive negli alimenti. Oggi parliamo di salumi affumicati, e non solo.
La famosa rivista Il Salvagente, ha analizzato alcuni prodotti alimentari affumicati e sono emerse situazioni a dir poco contrastanti. I prodotti oggetto di studio erano i classici cubetti di pancetta affumicata, ma anche guanciale e salmone, sempre affumicato. Sono emerse, tra l’altro, quantità di Ipa al di sopra dei limiti consentiti.
Ipa è l’acronimo che sta per idrocarburi policiclici aromatici. Sono sostanze che derivano dalla combustione di determinati materiali, ma soprattutto sono ritenuti inquinanti cancerogeni e mutageni. Ma cosa ci fanno gli Ipa nei prodotti alimentari? La risposta risiede nella procedura di affumicatura a cui alcuni sono sottoposti.
Sostanze nocive nei cibi affumicati, dove sono stati trovati e cosa comporta
Il Salvagente ha voluto capire se la tecnica di affumicatura che si effettua in alcuni cibi possa portare danno alla salute dell’uomo. Ha così preso in esame determinati prodotti e li ha analizzati. Parliamo di pancetta a cubetti con aromi/fumi di Faggio, guanciale affumicato con legno di faggio, (il pezzo intero con la cotica), coppietta affumicata con legno di olivo e del salmone a fette affumicato sempre con legno di faggio.
Già da qui si capisce che il legno del Faggio potrebbe essere il “responsabile” della presenza di Ipa. Eppure, com’è noto, questo legno viene usato proprio perché dà quel sapore e sentore unici ai cibi. Purtroppo, non si capisce come mai Il Salvagente non abbia reso note le aziende e i marchi dei prodotti esaminati.
Infine, le analisi condotte dalla nota rivista per i consumatori hanno portato alla luce anche un altro aspetto.
Affumicatura “velenosa”, quando c’è il rischio maggiore di contaminazione
L’affumicatura è un procedimento che serve a dare ai cibi un sapore particolare nonché per conservarli meglio. Il sapore finale risulta appunto “fumoso” e speziato. La tecnica è in uso da tempo immemore, e ovviamente con l’avanzare della tecnologia ha subito variazioni e miglioramenti.
Le aziende alimentari usano affumicare i cibi esponendoli al fumo di determinati legni. Ma anche usando un composto “liquido” che viene “iniettato” direttamente nel cibo. Più precisamente, l’affumicatura con il fumo naturale può avvenire in due modi, a freddo o a caldo. La prima, si utilizza soprattutto per il Salmone mentre la seconda per i salumi.
L’alternativa più “moderna” ed economica, invece, è l’affumicatura con il fumo liquido. Si ricava condensando il fumo prodotto dalla combustione di determinati legni. Diventa un’emulsione che può essere iniettata nei cibi oppure applicata a essi tramite nebulizzazione/immersione.
Potrebbe sembrare una tecnica “innaturale” e dunque più pericolosa. Invece, incredibilmente, le analisi svolte dal team del Salvagente hanno evidenziato che i prodotti sottoposti a questa procedura hanno meno Ipa degli altri. Nello specifico, gli alimenti affumicati con fumo di faggio presentavano Benzo(a)pirene e Benzo(b)fluorantene. Nel Salmone i livelli rientravano nei limiti stabiliti dalla Legge. Mentre Guanciale e coppietta hanno “sforato” i suddetti livelli. Stabiliti, lo ricordiamo, da un preciso Regolamento Europeo.
In conclusione, i prodotti affumicati che compriamo tutti i giorni sono potenzialmente “pericolosi” e sarebbe meglio cercare di consumarne pochi. Il rischio non è l’assunzione in sé di una sostanza piuttosto che un’altra. Il corpo umano, se in buone condizioni di salute, riesce a smaltire bene tutto quanto. Ma l’accumulo e il mix di sostanze nocive negli alimenti è potenzialmente molto dannoso, anche per gli organismi più forti.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)