Inflazione e prezzi alle stelle: 30 prodotti introvabili e costano tanto, così svuotano le tasche degli italiani

L’inflazione su base annua del 2022 si attesta a +5,2% per l’indice generale e +2% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi a consumo si fissa a quota 6,3%. Traduciamo questi dati negli aumenti dei prezzi dei prodotti e servizi.

Un sali scendi generale degli indici e dell’inflazione che si traduce per gli italiani in una situazione confusionaria in cui si nota unicamente che i soldi spesi mensilmente sono più del solito.

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Il mese di aprile ha visto registrare un indice nazionale dei prezzi a consumo per l’intera collettività con una diminuzione dello 0,1% su base mensile – a lordo dei tabacchi – e un aumento del 6% su base annua rispetto al 6,5% del mese di marzo. L’inflazione, dunque, è rallentata grazie ad una diminuzione del prezzo della componente energetica (che è passata da +50,09% di marzo al +39,5% di aprile), dei costi dei servizi culturali, ricreativi e per la cura della persona. Una crescita, invece, è stata registrata per in relazione ai trasporti, ai beni alimentari lavorati, ai beni durevoli e non durevoli confermando ciò che gli italiani hanno notato, si spende di più. In generale, l’inflazione di fondo ha subito un’accelerazione dall’1,9% al 2,4% al netto degli energetici e degli alimentari freschi; i costi dei beni su base annua sono diminuiti mentre quelli sui servizi crescono. Un quadro generale altalenante, ma vediamo quali sono i trenta prodotti che sono aumentati di più con l’inflazione confrontando il mese di aprile 2022 con lo stesso mese del 2021.

Inflazione, i trenta prodotti con gli aumenti maggiori

Siamo pronti per scoprire i trenta prodotti, beni e servizi che hanno subito un aumento maggiore in un anno a causa dell’inflazione. Al primo posto i voli europei con un aumento percentuale del 91% seguiti dai voli internazionali con una rincaro del 79,8%. L’energia elettrica, poi, si attesta su un aumento del 68,5% mentre gli oli alimentari (compreso l’olio di girasole) hanno fatto registrare un aumento percentuale del 65,3%.

Segue il gas con il 61,9% e altri carburanti con il 46,8%. Il gasolio per riscaldamento si attesta sul 45,7%; il noleggio di mezzi di trasporto e sharing sul 27,6% e le pere sul 25,8%. La decima posizione è occupata dal gasolio per mezzi di trasporto con una percentuale del 23,1%. Si arriva a metà classifica segnalando il trasporto marittimo (+19,4%), i pomodori (+19,2%), gli apparecchi telefonici fissi (17,2%) e la farina (17,1%).

La classifica continua

L’aumento della pasta secca e fresca è del 16,8% a pari-merito con l’affitto di garage e posti auto. Le autoscuole hanno subito una crescita dovuta all’inflazione del 16,2%; il burro del 15,6% e gli autocaravan e caravan del 13,9%. L’aumento percentuale delle macchine fotografiche e videocamere è del 13,4%; della benzina del 13%, dei computer del 12,9% e del pollame del 12,3%. Concludiamo, infine, con l’aumento dei funghi dell’11,2%, delle arance del 10,8%, delle pesche del 10,5% e della gioielleria del 10,4%. Le ultime due posizioni sono assegnate ai frutti di mare e crostacei e agli apparecchi per il riscaldamento e i condizionatori con il rincaro del 10,1%.

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