Il Fisco vigila sul Bancomat e precisamente sui prelievi allo sportello. Un’ultima novità a cui prestare attenzione per non rischiare pericolose conseguenze.
Il monitoraggio degli sportelli ATM è l’ultima spinta decisa dal Fisco contro l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro. Scopriamo di più.
I contanti dovranno essere banditi, questo l’obiettivo del Governo Draghi nel lungo termine. La lotta all’evasione parte proprio dal minore utilizzo di liquidità e a tal proposito le spinte verso l’uso dei mezzi di pagamento elettronici arrivano da più direzioni. Per scaricare le visite mediche nel modello 730 occorre pagare con bancomat o carta di credito, per accedere a bonus e agevolazioni e scaricare le spese è necessario conservare fatture e scontrini di pagamenti eseguiti con mezzi tracciabili e dal 1° luglio 2022 entrerà in vigore l‘obbligo di POS per tutti gli esercenti e professionisti. Contemporaneamente il Fisco stringe la morsa sui contribuenti in relazione ai movimenti bancari, trasferimento di denaro e, ora, anche sui prelievi al Bancomat. Capiamo meglio cosa sta succedendo.
Bancomat, cosa controlla il Fisco
Il Fisco monitora tutti i movimenti e le operazioni dei contribuenti al fine di rilevare irregolarità. Attraverso il Super anagrafe e i vari data base a disposizione incrociare dati e informazioni è semplice e automatico, il tutto nel rispetto della privacy dei cittadini. Gli strumenti nelle mani dell’Agenzia delle Entrate sono molteplici e, in più, ha l’appoggio della Guardia di Finanza e dell’INPS per aumentare ulteriormente il numero di verifiche effettuate.
L’importante per il contribuente è non compiere operazioni che il Fisco reputa sospette. Attenzione al prelievo al Bancomat perché se eseguito in un certo modo diventerà ambiguo e potrebbe avviare i controlli. Dubbi nascono se il cittadino preleva troppo frequentemente oppure troppo sporadicamente. Allo stesso modo destano l’interesse del Fisco prelievi discontinui o con tempistiche disordinate. Possono sembrare banalità, comportamenti messi in atto senza pensarci e nella maggior parte dei casi si riveleranno del tutto onesti e senza alcuna malafede eppure impensieriscono l’Agenzia delle Entrate e, di conseguenza, faranno scattare le verifiche.
La morsa si stringe sui contribuenti
Occorre sottolineare che il Fisco non monitora tutte le transazioni effettuate dal contribuente ma calcola una media dei prelievi al Bancomat nel corso di un anno. L’accesso ai dati delle operazioni non è consentito ma basta poco per far scatenare un sospetto e, dunque, un controllo. Se così fosse la banca verrebbe avvisata e sarebbe l’istituto stesso a dover chiamare per primo il cliente per chiedere spiegazione dei comportamenti considerati anomali. Solo in un secondo momento interverrebbe il Fisco con la richiesta di provare la regolarità delle transazioni. Qualora non fosse possibile si rischierebbe di incorrere in pesanti sanzioni pecuniarie oppure penali a seconda dei reati commessi.