Pensioni, la strada per capire cosa accadrà dal 1° gennaio 2023 è piena di ostacoli ma spunta un nuovo piano che potrebbe rivelarsi vincente.
Fornero, no grazie. A poche settimane dall’ipotesi di un ritorno della riforma spunta un nuovo piano che ipotizza un percorso differente.
Siamo nel mese di maggio 2022, mancano ancora sette mesi prima dell’arrivo dell’anno nuovo. Di strada da percorrere prima di giungere ad una decisione in relazione al tema “pensione” c’è n’è ancora molta soprattutto conoscendo le difficoltà che il Governo incontra nell’arrivare ad una risoluzione. Certo i lavoratori prossimi alla pensione vorrebbero conoscere le condizioni di accesso all’età pensionistica e poco importano le diatribe tra partiti che sono in corso e che potrebbero continuare a lungo. Nessuna strada, quindi, è ancora definita. I cambiamenti macro economici a livello mondiale dovuti alla guerra tra Russia e Ucraina non agevolano, certo, una presa di posizione rapida tante sono le questioni che si stanno affrontando in questo periodo. Poche settimane fa è stato dato quasi per scontato il ritorno della riforma Fornero mentre oggi i piani sembrano differenti almeno secondo quanto proposto dalla Lega.
Pensioni, il punto della situazione
La Lega e Matteo Salvini hanno le idee chiare. La volontà è di allontanare una volta per tutte la riforma Fornero dal tema delle pensioni per arrivare a Quota 41. Si entra, così, nuovamente nel dibattito politico che durerà fino al 31 dicembre quando una decisione dovrà essere presa. I comizi sono iniziati e la spinta è, come accennato, verso Quota 41 ma gli ostacoli da superare sono molteplici.
La Commissione Europea nel Country Report sulla nostra nazione ha riferito come la spesa relativa alle pensioni sia necessariamente destinata ad aumentare per l’influenza demografica sfavorevole. L’Italia è sempre più un Paese vecchio che si ritrova a dover trovare un’alternativa alla Riforma Fornero, a Quota 100 e Quota 102 entro la fine dell’anno in corso. Ad oggi i cittadini possono raggiungere la pensione di vecchiaia a 64 anni e con almeno 38 anni di contributi. Dal 1° gennaio 2023 quando si potrà lasciare il mondo del lavoro?
Cosa accadrà nel 2023
Il piano attuale pensato dalla Lega e dai sindacati prevede una flessibilità con l’uscita dal mondo del valoro con 41 anni di contributi oppure al raggiungimento dei 62 anni. Si tratta di un’idea che dovrà essere valutata attentamente ma è un punto di inizio da cui partire. Draghi, ad oggi, continua a ribadire che il metodo del calcolo contributivo non potrà essere abbandonato. Oltre a questo punto fermo nessun’altra proposta perché la guerra in Ucraina ha spinto l’attenzione verso altre direzioni. Eppure al massimo entro ottobre un progetto pensionistico per il nuovo anno dovrà essere sul tavolo pronto per incontrare l’approvazione generale.
Tra le alternative c’è sempre la proposta di Tridico che prevede per chi lascia il lavoro a 64 anni l’erogazione solamente della parte contributiva dell’assegno maturata per poi corrispondere la quota retributiva una volta raggiunti i 67 anni. In questo modo non si graverebbe troppo sulle casse dello Stato rispetto a Quota 41 per tutti i cittadini. Varie ipotesi, in conclusione, ma parlarne potrebbe essere inutile dato che il futuro è ancora tutto da stabilire.