È dal 2011 che l’Europa invita i Paesi a diminuire l’uso di sostanze tossiche nelle coltivazioni. Ma la frutta contaminata sempre più presente nelle nostre tavole.
Ad oggi, lo stop ai pesticidi viene addirittura rimandato. Anche a causa della guerra in Ucraina. La situazione per quanto riguarda frutta e verdura contaminate da pesticidi è allarmante.
Nonostante siano anni e anni che le regolamentazioni europee vogliono ridurre l’uso di sostanze velenose, si sta assistendo ad un’impennata. L’ultimo report lancia un monito impossibile da ignorare: 1 frutto su 3 è contaminato.
La “questione pesticidi”, nonostante gli appelli da parte dell’UE, è tutt’altro che positiva. Le indicazioni da Bruxelles già dal 2011 erano quelle di ridurre l’uso di sostanze chimiche. Invece, frutta e verdura vengono irrorate con erbicidi e pesticidi ancora di più rispetto al passato. Ma cosa sta succedendo? Ecco il punto della situazione.
Frutta contaminata, l’allarme dell’ultimo report stilato da Pesticides Action Network Europa
Mele, pere, pesche, fragole ciliegie e more. Sono alcuni dei frutti più contaminati dai pesticidi e che ogni giorno finiscono sulle nostre tavole. Insieme agli ortaggi, anch’essi contaminati. Eppure Bruxelles aveva dato disposizioni molto precise ai Paesi: diminuire progressivamente l’uso di sostanze pericolose. Soprattutto alcuni dei prodotti più velenosi.
Invece, un report stilato da un’associazione Ong ha mostrato un quadro molto preoccupante. Dal 2011 ad oggi il 53% in più della frutta che compriamo è contaminata. I dati sono stati elaborati analizzando una documentazione molto ampia relativa a tutti i Paesi UE. Con un lavoro immane e grazie alla collaborazione dell’associazione con altre 30 realtà, sono stati elaborati numeri che adesso fanno paura.
Nove gli anni presi in considerazione, e 97.170 i campioni di frutta fresca coltivata in Europa. Secondo il report, siamo di fronte ad un “drastico aumento del 53% dei residui di pesticidi estremamente tossici“. Sostanze che già dal 2011 avrebbero dovuto essere vietate proprio perché altamente pericolose per la salute dell’uomo.
Gli effetti nocivi sugli esseri umani dati del contatto con i pesticidi
Per capire come mai l’uso di sostanze chimiche sia così contrastato – anche se solo a parole – dobbiamo capire cosa provoca nell’uomo. Moltissimi studi hanno messo in relazione l’assunzione di tracce di pesticidi tramite il cibo con malattie terribili.
Tumori di vario tipo, soprattutto a carico del sistema nervoso centrale, ma anche leucemia e perdita di fertilità. Possono portare a malattie croniche, problemi cardiovascolari e anche al diabete. E ovviamente avvelenano l’ambiente, compromettendo aria, acqua ed ecosistemi. Nonostante tutte queste conoscenze, si continuano ad usare sostanze tossiche, fungicidi ed erbicidi, e in quantità ancora più elevate.
Quali sono i frutti più contaminati?
Nella lista dei prodotti ortofrutticoli con tracce di pesticidi ben pochi prodotti si salvano. Dal report sono emersi aumenti improponibili di uso di sostanze tossiche in quasi tutti i frutti. La (triste) classifica denuncia le percentuali. In cima alla lista troviamo le pere: ben l’87% dei campioni esaminati è contaminato da pesticidi. Seguono le more (51%), le pesche (45%), le fragole (38%), le ciliegie (35%) e le albicocche (35%).
I numeri di per sé dovrebbero far riflettere, ma ciò che stavolta denunciano le associazioni è l’incremento della presenza di pesticidi. Rispetto al 2011, ad esempio, le ciliegie contaminate sono passate dal 22% a quasi il 50%. Le mele, dal 16 al 34%. I Kiwi, adl 4% al 32%.
L’Italia, rispetto ad altri Paesi Ue, non si sta comportando molto bene. Il 29% dei frutti esaminati (quindi 1 su 3) è stato trovato contaminato da tracce di pesticidi. Ma anche gli altri Paesi non possono vantare risultati migliori. La Germania ha il 20% della produzione contaminata, la Francia il 22% e l’Irlanda il 26%. Il Belgio addirittura un 34%.
E per usare un eufemismo, dulcis in fundo ci si è messa anche la guerra in Ucraina. Lo stop ai pesticidi progressivo e che dovrebbe avvenire entro il 2030 è in fase di blocco. La commissione Europea, a causa delle urgenze alimentari dettate dal conflitto, ha deciso addirittura di “congelare” il piano contro i pesticidi. Nel frattempo, sempre più frutta e verdura contaminata finisce nelle nostre tavole, e aumentano i rischi per salute e fertilità.