BTP a 15 anni: risultati e dettagli del nuovo titolo, la comunicazione MEF

Collocato un BTP a 15 anni con scadenza il 1° marzo 2038 tramite sindacato. Ecco i risultati dell’emissione e i dettagli del collocamento.

Alcuni giorni fa avevamo dato la notizia che il MEF, ministero dell’Economia e delle Finanze, aveva affidato un nuovo titolo di Stato a 5 banche. Si tratta del BTP a 15 anni.

bpt a 15 anni
Foto Canva

In seguito, il ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato due distinti comunicati stampa. Nel primo rendeva noti i risultati dell’emissione della prima tranche del nuovo BTP con scadenza a marzo 2038. Nel secondo, invece, i dettagli del collocamento a cui hanno partecipato oltre 200 investitori per una domanda di circa 25 miliardi di euro complessivi.

BTP a 15 anni: risultati e dettagli del nuovo titolo, ecco la comunicazione del MEF

Quindi due i comunicati con cui il MEF annunciavano i risultati e i dettagli del collocamento del BTP a 15 anni. Il comunicato stampa numero 94 pubblicato sul sito il 24 maggio 2022 contiene i risultati dell’emissione del titolo.

Come detto si tratta di un BTP a 15 anni e, quindi, con data di scadenza al 1° marzo 2038 e con tasso annuo del 3,25%. Il pagamento delle cedole è semestrale. Il 31 maggio ci sarà pubblicato sul sito del ministero il regolamento dell’operazione.

Il titolo è stato emesso con un importo pari a 5 miliardi di euro, ma collocato al prezzo di 99,651, quindi a un rendimento lordo annuo alla data di emissione del 3,305%.

Il successivo comunicato, il numero 96 del 25 maggio, contiene i dettagli del collocamento. Questo è effettuato tramite collocamento sindacato, ovvero un gruppo di banche che prima ha raccolto il titolo e poi lo ha collocato per conto dello Stato.

Le banche erano 5: Barclays Bank Ireland PLC, Goldman Sachs Bank Europe SE, J.P. Morgan SE, Nomura Financial Products Europe GmbH e UniCredit S.p.A.

I dettagli del collocamento del titolo

All’operazione hanno partecipato oltre 200 investitori, di cui in sintesi:

  • 49% erano gestori di fondi (fund manager);
  • 28,5% erano banche;
  • 17,2% erano investitori di lungo periodo: 4,5% è andato a fondi pensione e assicurazioni e 17,7 a banche centrali e istituzioni governative;
  • 3,9% erano hedge fund (fondi speculativi);
  • 0,9% erano imprese non finanziarie.

Nel comunicato c’è un dettaglio interessante e riguarda la distribuzione geografica degli investitori che risulta molto diversificata. I Paesi coinvolti sono stato 25. Di questi, il 65% erano investitori esteri, mentre solo il 35% investitori domestici.

Il Regno Unito è stato il Paese con la quota sottoscritta più alta: il 27,7%. Il resto del collocamento è stato destinato alla maggior parte dell’Europa continentale. Nello specifico in Germania, Austria e Svizzera (7,9%), in Francia (3,2%), nei Paesi Scandinavi (10,3%), nei paesi della penisola iberica (7%), in Benelux (1%). Altri investitori provenivano:

  • dagli Stati Uniti con l’1% dell’emissione;
  • dall’Asia con 1,8% dell’emissione;
  • dal Medio Oriente con lo 0,7%.
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