Bisfenolo nelle scatolette di tonno (e non solo): 6 marche famose mettono a rischio la salute dei consumatori

Alcuni test hanno evidenziato la presenza di Bisfenolo nelle scatolette di tonno, e più in generale in molti alimenti in lattina.

Le “denunce” arrivano dalla famosa rivista a tutela dei consumatori, Il Salvagente. Nell’ultima ricerca, ad esempio, ha esaminato 6 marche di tonno in scatola tra quelle più famose. Fortunatamente i livelli di Bisfenolo rientrano nei limiti di Legge, ma questo non impedisce che i consumatori siano a rischio.

Bisfenolo nelle scatolette di tonno
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Cerchiamo intanto di capire cosa sia il Bisfenolo e perché è oggetto di indagine da parte di chi difende la salute e i diritti dei consumatori. Il Bisfenolo, o BPA, è una sostanza chimica utilizzata in ambito industriale sin dagli anni ’60. Serve per migliorare la resistenza di contenitori ad uso alimentare, come le lattine, le scatolette; parliamo di quel rivestimento protettivo interno delle confezioni dove si trovano carne e pesce, panna, e più in generale i piatti pronti.

Se agli inizi dello sviluppo industriale non venivano considerati alcuni fattori di rischio, già dagli anni ’90 alcune realtà denunciarono la possibilità di contaminazione. Ovvero, il Bisfenolo passa dalla scatoletta al cibo in essa contenuto. Associazioni e organizzazioni a tutela dei consumatori eseguono ciclicamente test su campioni di prodotti almeno dal 2015. Vediamo allora qual è la situazione attuale e quali le prospettive future.

Bisfenolo nelle scatolette di tonno e non solo: quali i rischi per la salute?

Come riporta in uno dei suoi articoli Il Salvagente, anche un recente studio effettuato dal Governo Tedesco stila una lista di prodotti potenzialmente contaminati. Frutta, verdura e latticini sembrano “al sicuro”, insieme ai cibi per neonati-bambini. Altri cibi invece come carne, pesce, salsicce, zuppe, panna e persino il latte di cocco sono risultati contaminati da una precisa sostanza. Parliamo di CdB, cyclo-di-BADGE, una correlata del Bisfenolo.

Dunque sono molteplici le realtà che denunciano la contaminazione dei cibi. Anche se c’è da dire che le tracce trovate durante i test sono sempre nei limiti di Legge. Limiti decisi da Efsa, ma che sono tra l’altro al vaglio per un’imminente aggiornamento.

Gli effetti tossicologici del Bisfenolo sulla salute dell’uomo non sono ancora del tutto dimostrati pienamente. Tuttavia, molteplici organismi concordano sul fatto che la grande presenza di questa sostanza porta l’uomo ad una continua esposizione. Anche perché, ricordiamo, il Bisfenolo si trova non solo nelle scatolette ma anche nella carta termica, negli scontrini fiscali, e persino in alcuni dispositivi odontoiatrici.

Sembra che il continuo e prolungato contatto con il Bisfenolo porti ad un rischio più alto di contrarre tumori, come quello alla mammella. Non solo, gli effetti di questa sostanza si riverserebbero sul sistema endocrino, andando a compromettere l’equilibrio ormonale e l’attività riproduttiva. Insomma, effetti collaterali non da poco, anche se difficilmente dimostrabili sotto forma di “verità granitica”.

La buona notizia è che la presenza di Bisfenolo nelle lattine e contenitori sembra stia diminuendo. Segno che vi è attenzione da parte di tutte le realtà coinvolte. Purtroppo, come per altre situazioni, alcuni Paesi hanno regolamentazioni meno rigide rispetto a UE e Italia e dunque rallentano il processo di miglioramento già in atto.

L’unica cosa che possiamo fare noi come consumatori è quella di evitare il consumo frequente di cibi in lattina, come il tonno e similari. Ciò rientra comunque in quelle linee guida generiche dispensate dall’ISS e da altre realtà. Ovvero di preferire cibi freschi, frutta e verdura, e di non esagerare con alimenti raffinati, industriali e/o precotti.

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