Il Reddito di Cittadinanza potrebbe riservare un taglio dell’importo per alcune categorie di percettori. La proposta viene dal Ministro Orlando e potrebbe presto trasformarsi in dura realtà.
Il Ministro Orlando conferma, l’RdC potrebbe essere decurtato a breve ma solamente per alcuni percettori. Scopriamo chi sono gli sfortunati destinatari della proposta.
Il Reddito di Cittadinanza nasce come un aiuto economico per le famiglie più povere ma non deve essere utilizzato come un alibi per non cercare attivamente un lavoro oppure per non impegnarsi sul fronte della formazione. La spinta verso l’occupazione e verso l’istruzione, dunque, deve affiancare l’erogazione della misura e per non far deviare il percorso di tanti percettori occorre imporre paletti ben precisi e conseguenze significative come la decurtazione dell’importo dell’RdC per chi non adempie al ruolo familiare per esempio impedendo ai figli di accedere alla formazione obbligatoria fino ai 18 anni. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Orlando insieme al Ministero dell’Istruzione sta valutando dei modi per incentivare l’istruzione non solo tra i giovanissimi ma anche tra gli adulti. E’ stato stimato, infatti, che il 7/8% dei percettori dell’RdC ha solamente la licenza elementare.
Reddito di Cittadinanza, la “minaccia” è pronta
L’obiettivo è di scoraggiare l’abbandono scolastico e il Governo è al lavoro per poterlo conseguire con una velata minaccia bianca ai percettori del Reddito di Cittadinanza. Chi non manda i figli a scuola vedrà abbassare l’importo della ricarica mensile. I criteri per attuare il taglio saranno stabiliti a breve in seguito ad incontri con l’INPS. Il tutto per impedire che la misura diventi un alibi per tanti cittadini per adagiarsi e non cercare un’occupazione né completare gli studi. Dare soldi a chi è inoccupato è giusto? Il dilemma accompagna da sempre l’RdC ed è al centro di numerose discussioni. C’è chi pensa che la misura sia un sostegno per i poveri e chi la definisce come il metadone di Stato. A sostegno dell’ultima tesi ci sono i numeri, le statistiche ma non occorre dimenticare che in tanti casi i percettori oltre a percepire la ricarica mensile lavorano in nero creando un altro fenomeno che mette in cattiva luce l’agevolazione. I cosiddetti “furbetti” riescono ad ottenere l’erogazione dell’RdC senza averne diritto mentre, nello stesso tempo, tanti altri rifiutano un’occupazione per continuare a ricevere i soldi della misura passando tutto il giorno sul divano. I controlli dove sono?
I controlli risolverebbero la situazione?
Le modifiche apportate alla misura ad inizio 2022 avevano come scopo un aumento dei controlli sui percettori soprattutto con riferimento alla ricerca attiva del lavoro. L’obbligo di recarsi una volta la mese presso un Centro per l’Impiego e la limitazione di un massimo di due occupazioni rifiutate per non perdere il diritto alla misura sono paletti utili anzi lo sarebbero stati se affiancati da adeguati controlli. Un sistema di verifica, invece, ad oggi non esiste e i percettori continuano ad agire contro gli interessi dello Stato e, spesso, anche contro i propri inconsapevolmente. Il lavoro nobilita l’uomo, la conoscenza è alla base di una gratificazione personale e la formazione scolastica non deve essere un capriccio ma il punto di partenza per tutti i cittadini. La voglia di studiare in tanti – troppi – casi è prossima allo zero così come la voglia di lavorare. Forse perché statisticamente si contano tanti giovani che faticano a trovare un lavoro in linea con i propri studi. Stiamo attraversando una crisi economica che dura da svariati anni e non sempre i risultati sono quelli sperati. Questa constatazione, però, non deve demotivare perché la situazione sta cambiando e le offerte di lavoro degli ultimi mesi lo dimostrano. L’attenzione alla scolarizzazione di giovani e adulti deve essere maggiore e secondo il Ministro Orlando un passo da compiere in questa direzione può essere compiuto tramite la decurtazione dell’importo dell’RdC.