Il Governo è a lavoro per chiarire tutte le modalità di accesso alla pensione per il 2023. Ecco quali sono quelle a disposizione attualmente.
Gli intenzionati ad usufruire di Quota 102 (che, per il 2022, ha sostituito Quota 100) e dell’APE Sociale avranno tempo fino al prossimo 31 dicembre. Ma l’Esecutivo sta lavorando per la tanto attesa Riforma delle pensioni e, dunque, per predisporre tutte le possibilità a partire dal 2023. Quali sono, per l’anno in corso, le modalità per congedarsi dal lavoro? Scopriamolo.
Pensione: in cosa consiste Quota 102?
Quota 102 consente di andare in pensione a coloro che, entro il 31 dicembre 2022, raggiungeranno 64 anni di età e 38 anni di contribuzione (102, infatti, è la somma dei due requisiti).
Trattandosi di una pensione anticipata, tuttavia, l’assegno potrebbe subire una penalizzazione e, dunque, l’importo sarà più basso rispetto a quello percepito con l’eventuale pensione di vecchiaia. Il motivo è che il calcolo di quanto spetta viene effettuato tramite il solo sistema contributivo.
Il numero degli anni contributivi, infatti, viene diviso per il cd. coefficiente di trasformazione. Andando in pensione prima, però, il lavoratore matura meno contributi e, dunque, sulla base del calcolo, la somma finale sarà minore.
APE sociale: a chi è rivolta?
L’APE Sociale è un ammortizzatore sociale, al quale si può accedere al compimento dei 63 anni d’età (entro il 2022) e alla maturazione di 30 anni di contributi. Tale misura, però, è rivolta esclusivamente ad alcune categorie di soggetti. In particolare a:
- disoccupati, in seguito a licenziamento (anche collettivo), dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale o scadenza di un contratto a tempo determinato. È necessario, inoltre, che nei 36 mesi precedenti abbiano lavorato per almeno 18mesi;
- invalidi civili, almeno al 74%;
- conviventi che assistono portatori di handicap grave, a condizione che la convivenza duri da almeno sei mesi;
- coloro che svolgono lavori faticosi o usuranti da almeno 6 anni negli ultimi 7, o 7 negli ultimi 10 anni.
Quando un lavoro è usurante
A tal fine, vengono considerati lavori usuranti quelli svolti da:
- professori di scuola primaria e pre–primaria;
- tecnici della salute;
- addetti alla gestione dei magazzini;
- impiegati dei servizi sanitari e sociali;
- operatori della cura estetica;
- artigiani, operai specializzati, agricoltori;
- conduttori di macchinari per l’estrazione ed il trattamento dei minerali;
- operatori di impianti per la lavorazione dei metalli;
- conduttori di forni ed altri impianti per la lavorazione del vetro, della ceramica, del legno e della carta;
- operatori di macchinari per la raffinazione del gas e dei prodotti petroliferi;
- conduttori di impianti per la produzione di energia termica e di vapore, per il recupero dei rifiuti e per il trattamento e la distribuzione delle acque;
- impiegati presso mulini ed impastatrici;
- operatori di macchinari fissi in agricoltura e nell’industria alimentare;
- personale addetto allo spostamento e alla consegna merci;
- personale non qualificato presso i servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli;
- portantini;
- operai non qualificati nella manifattura, nell’estrazione di minerali e nelle costruzioni.
Opzione Donna: i pro ed i contro
Opzione Donna consente la pensione anticipata alle lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2021, hanno raggiunto un’anzianità contributiva di almeno 35 anni ed un’età anagrafica di almeno 58 anni per le dipendenti e 59 per le autonome.
Tale sistema permette di “cristallizzare” il diritto acquisito; quindi, se sono stati maturati i requisiti entro il termine stabilito e non è stata ancora presentata domanda di pensione, è possibile farlo entro il prossimo dicembre.
Anche il tal caso, però, l’assegno viene calcolato tramite il solo metodo contributivo e, dunque, l’importo può subire penalizzazioni. Inoltre, le lavoratrici riceveranno la prima quota pensionistica dopo una “finestra” di 12 mesi (se lavoratrici dipendenti) o di 18 mesi (se lavoratrici autonome).
Pensione di vecchiaia: come funziona?
Per accedere alla pensione di vecchiaia bisogna distinguere tra:
- coloro che hanno almeno un contributo prima del 1996. In tal caso la pensione si calcola tramite il sistema retributivo o misto ed è richiesto il raggiungimento di almeno 20 anni di età contributiva (cioè 1.040 settimane) e di 67 anni di età anagrafica (indipendentemente se uomini o donne e dipendenti od autonomi). Dopo la maturazione di entrambi i requisiti, è possibile andare in pensione dal mese successivo. Inoltre, l’importo è calcolato con il metodo retributivo se sono stati versato almeno 18 anni di contributi entro la fine del 1995, mentre, con il metodo misto in caso contrario;
- coloro che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1° gennaio 1996. Per tali lavoratori, la pensione è calcolata con il solo sistema contributivo “puro”. È necessario il raggiungimento di 20 anni di contributi e di 67 anni d’età (senza alcuna distinzione tra uomini o donne e dipendenti o autonomi).
Inoltre, l’importo della pensione deve essere almeno di 701,48 euro (per il 2022).
Se non si posseggono tutti i requisiti, ci si potrà congedare a 71 anni, anche solo con 5 anni di contribuzione.
Pensione anticipata: quando è possibile?
Coloro che possono usufruire del sistema retributivo o misto, raggiungono il pensionamento anticipato, indipendentemente dall’età anagrafica, alla maturazione di 42 anni e 10 mesi di contribuzione, per gli uomini, e di 41 anni e 10 mesi per le donne.
È possibile il calcolo della pensione con metodo retributivo o misto nel caso in cui si abbiano 18 anni di contributi, entro la fine del 1995. In caso contrario, infatti, si applica il sistema contributivo e si può accedete alla pensione a 64 anni d’età e 20 di contributi.
In ogni caso, l’importo della pensione deve essere pari almeno a 1.309,42 euro. Nel caso di versamenti in più gestioni (Inps, Gestione Separata, ex Inpdap, casse professionali, ecc.) si procede alla somma dei vari versamenti, fino a raggiungere i requisiti richiesti.