È appena iniziata la stagione estiva e già fioccano le truffe a danno di chi cerca una casa in affitto al mare.
Per andare in vacanza, ma anche per lavorare presso una località balneare. L’ultima denuncia arriva da Cervia, ma è solamente – purtroppo – la punta di un iceberg che, contrariamente alla sua metaforica natura, riappare ogni anno in estate.
In questo articolo spieghiamo come fanno i criminali a raggirare le persone e come fare a difendersi.
Leggiamo nella cronaca locale e scopriamo che un gruppo di giovani ragazze è stato abilmente truffato. Avevano affittato una casa condivisa per lavorare tutte insieme in diverse strutture turistiche. Hanno pagato una caparra e firmato contratti. All’arrivo all’appartamento, però, hanno scoperto la triste verità. La casa era abitata dai legittimi proprietari, che non avevano messo nessun annuncio per affittarla.
‘Offro casa in affitto al mare’, ma è una truffa. Come riconoscerle
Tutti gli anni ne leggiamo qualcuna. Persone che affittano case, appartamenti, bungalow e quant’altro e quando arrivano non c’è niente. Gli annunci sembrano affidabili, i recapiti anche, persino i riscontri sulla casa. Invece i criminali truffano centinaia di persone. Ma com’è possibile? Purtroppo i malviventi sono molto bravi.
Nell’ultimo raggiro, sono riusciti anche a falsificare i dati catastali di un appartamento, modificando il nome dei proprietari. Così, quando le ignare vittime hanno ricevuto mappe, contratti e foto hanno pensato ad un annuncio reale. Ciò che emergerà durante le indagini è ancora più inquietante, perché l’autore di questa truffa è riuscito a rubare almeno 12 mila Euro a tanti “clienti” sotto forma di caparra.
Adesso tutto è in mano di avvocati e Forze dell’Ordine e, nel caso delle ragazze di Cervia, è intervenuta anche Federconsumatori. L’associazione racconta che ogni anno è la stessa storia, che sono centinaia le persone italiane e straniere truffate con case inesistenti.
A questo giro, però, l’associazione ha messo a disposizione delle ragazze supporto legale e tutti gli strumenti per venire a capo di questo crimine. Al momento sappiamo, ad esempio, che nessuno di coloro che aveva versato i soldi ha potuto bloccare i bonifici. E, non dimentichiamocelo, sono rimasti tutti senza alloggio.
Cosa possiamo fare per evitare di “cadere in trappola”
Anche se i malviventi sono molto bravi, noi cittadini possiamo imparare a difenderci. Riconoscendo alcuni “comportamenti”. Per prima cosa, è sempre bene memorizzare o fare screen degli annunci e dei messaggi che scambiamo con l’offerente. Poi dobbiamo chiedere, dopo i preliminari, un incontro vero, di persona, e di vedere la casa.
Già qui, se l’offerente comincia a dire che non può, che deve partire per lavoro, che ha già troppi appuntamenti, significa che c’è qualcosa che non va. I malfattori, infatti, tenderanno sempre a convincere le vittime a versare una caparra anche senza visionare la casa. Mettono fretta, insomma. E se i messaggi, gli “inviti”, si fanno insistenti, significa che siamo di fronte ad una truffa.
Anche se la documentazione che ci perviene sembra originale, sempre meglio fare un controllo parallelo. Possiamo anche cercare in rete altre informazioni sulla persona che ha messo l’annuncio. Sui Social o su altri siti di annunci, per vedere se ne ha altri attivi.
Bisogna diffidare anche di un prezzo troppo basso. Può essere invitante, ma le cifre sul mercato sono quelle e chi è che svenderebbe la sua proprietà? Nessuno. Con Google possiamo fare una Ricerca Immagini su Google, e controllare se la casa in affitto è davvero nella località descritta. A volte è capitato che la casa corrispondesse, sì, ma che non si trovasse nella città dichiarata e che anzi risultasse in affitto – da parte del proprietario vero – su altri siti.
Come sempre, invitiamo alla massima cautela, perché questo è il periodo in cui le truffe aumentano. Chi avesse qualsiasi dubbio può sempre contattare la Polizia Postale, che potrà verificare la reale identità dell’interlocutore.