Una tassa sulle caldaie per ridurre l’uso di combustibili fossili fu proposta l’anno scorso ma il Parlamento europeo potrebbe non approvarla.
La situazione era diversa rispetto a ora. Ed è soprattutto la guerra ad aver cambiato le carte in tavola. Infatti, fino all’anno scorso utilizzare energia rinnovabile non era urgente come in questo periodo dove la mancanza di approvvigionamento di combustibili hanno fatto lievitare i costi delle materie prime.
Questa misura per le famiglie, secondo il Parlamento europeo, non è più sostenibile e con tutta probabilità sarà rimandata in un momento più favorevole. Andiamo con ordine è cerchiamo di capire cosa sta succedendo.
Tassa sulle caldaie: l’Europa ci ripensa, svolta green a rischio
La Commissione europea l’anno scorso aveva proposto di mettere una tassa sulle caldaie per il riscaldamento domestico, ma anche su benzina e diesel per i veicoli su gomma. Si tratta insomma, di una misura antinquinamento che porterebbe a un aumento delle bollette e della benzina per i cittadini dell’Unione europea.
La proposta dopo un anno dovrebbe arrivare in Parlamento in questi giorni quando gli europarlamentari dovranno votare otto provvedimenti su dei dodici contenuti nel “Fit for 55”. Cioè, il provvedimento con cui l’Europa vuole ridurre le emissioni del CO2 (anidride carbonica) del 55% entro il 2030. Questa votazione si inserisce all’interno del maxi-obiettivo del Green Deal che mira a far diventare nel 2050 l’Europa il primo continente a raggiungere la neutralità climatica. Ma lo scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia, il Parlamento europeo non è più convinto per gli elevati costi delle bollette che peserebbero ulteriormente sui cittadini. Insomma, la proposta potrebbe essere respinta.
Il principio base della Commissione europea è “Chi inquina paga”. Riferendosi non solo all’industria ma anche alle famiglie, agli edifici e ai trasporti. Da vent’anni è in funzione un sistema ETS (Emission Trading Scheme) che ha introdotto una specie di permesso per inquinare che poi viene venduto in un mercato specifico.
Secondo la Commissione questo sistema (denominato ETS II)potrebbe funzionare anche per le caldaie e i carburanti. Nonostante varie opposizioni, la proposta è andata avanti, e come detto, dovrebbe essere votata nei prossimi giorni. Inoltre, gli europarlamentari chiederanno che questo sistema, riguardo all’edilizia e ai trasporti, fissi un prezzo massimo di 50 euro per permesso ma solo per i commerciali. Nel frattempo, potranno essere esonerati trasporti privati e abitazioni almeno fino al 2029.
“Fit for 55”
Inoltre, il Parlamento europeo dovrà decidere anche su altri provvedimenti. Alcuni riguardano, l’ETS “originale”:
- estensione del meccanismo di scambio delle quote di emissione da estendere a tutto il trasporto aereo che parte dall’Europa;
- fine delle quote gratuite riconosciute alle industrie inquinante entro il 2025.
Infine, ci sono anche:
- il Carbon Tax;
- l’obiettivo zero emissioni per le automobili entro il 2035 con un abbattimento della produzione di veicoli a benzina o diesel nel prossimi 15 anni.