L’anno scorso è stata approvata una Riforma che prevedeva l’innalzamento della pensione fino a 2.819 euro al mese. Di quale Paese europeo si tratta?
L’anno scorso, il Ministro spagnolo Escrivà, è stato l’artefice di una Riforma molto importante, che ha portato ad un innalzamento dell’assegno pensionistico per molti cittadini. Le ragioni di tale intervento sono legate all’aumento dei prezzi dell’ultimo periodo, che ha messo a dura prova i consumatori.
I pensionati, tuttavia, saranno gli unici a non perdere il potere d’acquisto, nonostante la spaventosa crescita dell’inflazione.
Pensione di 2.819 euro: ecco chi sono i fortunati
In seguito all’aumento del 2,5% delle pensioni contributive, anche le pensioni minime aumenteranno di circa 10-59 euro al mese, in base alla tipologia dell’assegno e alle caratteristiche dei beneficiari. Nello specifico:
- l’importo minimo della pensione contributiva dei pensionati di 65 anni con coniuge a carico sarà di 890,5 euro al mese, per 14 mensilità. Nel 2021, invece, era di 851 euro;
- la somma della pensione in mancanza di coniuge sarà di 721,7 euro, rispetto ai 689,7 euro dello scorso anno;
- la pensione nell’ipotesi di coniuge non a carico sarà di 685 euro al mese, a fronte dei 654,6 euro del 2021.
I pensionati al di sotto dei 65 anni, invece, percepiranno una pensione contributiva minima di 834,9 euro al mese nell’ipotesi di un coniuge a carico. Per il 2021, l’importo era di 797,9 euro. In mancanza di coniuge a carico, la somma sarà pari a 675,2 euro al mese (645,3 euro nello scorso anno), ed, infine, con un coniuge non a carico corrisponderà a 638,2 euro al mese (609,9 euro nel 2021).
Sconvolgente, poi, l’importo massimo della pensione di vecchiaia, che sarà pari a ben 2.819,19 euro al mese, per 14 mensilità, mentre lo scorso anno la cifra era di 2.750,42 euro.
Quali sono i requisiti previsti dalla legge?
Per poter usufruire dell’aumento delle pensioni, è necessario la sussistenza di alcuni requisiti. In particolare:
- bisogna aver maturato almeno 15 anni di contributi, 2 dei quali devono essere immediatamente precedenti al pensionamento. In tal caso, però, sarà possibile erogare solo il 50% dell’importo;
- per ottenere il versamento al 100%, invece, è necessario accumulare 37 anni e 6 mesi di contributi, per andare in pensione a 65 anni, o meno di tale soglia contributiva, per andare in pensione a 66 anni;
- bisogna avere un numero elevato di contributi negli ultimi 25 anni precedenti al pensionamento. Tali anni di contribuzione, inoltre, sono utili per il calcolo dell’assegno di vecchiaia. Nello specifico, saranno valutati i contributi degli ultimi 300 mesi, la cui somma sarà divisa per 350 (numero di mesi più i pagamenti di bonus negli ultimi 25 anni).