Quando si parla di pensione di reversibilità siamo nel campo di erogazioni non automatiche. Tra queste c’è anche un cospicuo extra e si possono ottenere fino a 30 mila Euro di arretrati.
La pensione di reversibilità è un’indennità erogata dall’INPS quando un coniuge viene a mancare. Offre così l’opportunità di una sicurezza economica. Come sappiamo, ovviamente ci sono dei requisiti da rispettare come il limite di reddito annuo. Ma forse non tutti sanno che questa pensione può addirittura essere aumentata.
Anche in presenza di pensione di vecchiaia, ad esempio, il coniuge superstite ha diritto alla reversibilità. Per ottenerla, uno dei “paletti” è che non abbia un reddito annuo superiore ai 20.489,82€. Altro fattore per ricevere la pensione di reversibilità è però l’invio della richiesta all’INPS. Infatti questa erogazione non avviene in automatico, come ad esempio la 14ma mensilità o altri versamenti.
Pensione di reversibilità, come richiedere anche gli arretrati e aumentarla con un altro benefit previsto dall’INPS
Quando viene a mancare un affetto, possiamo trascorrere anche molto tempo in uno stato di shock emotivo. In determinati frangenti, se non si riceve supporto, ci si può anche dimenticare che – purtroppo – il mondo va avanti e non si ferma insieme al nostro dolore. La pensione ai superstiti è un assegno che non arriva in automatico al decesso di un coniuge ma va richiesto espressamente all’INPS.
Fortunatamente le normative che riguardano questo emolumento sono flessibili. Infatti, il vedovo o vedova possono fare la richiesta anche dopo anni dal decesso del coniuge. Una volta che è stata presentata la documentazione, l’INPS provvederà anche a versare, in un’unica soluzione, tutti gli arretrati.
Attenzione però, perché l’Istituto di Previdenza riconosce questi arretrati fino a un massimo di 5 anni. Facendo un rapido calcolo, in questo lasso di tempo un superstite può aver maturato anche oltre 30 mila Euro. Dunque, in fondo, grazie alle norme vigenti chi rimane in vita può contare su una sicurezza economica.
Ma c’è un altro tipo di assegno che può essere integrato alla reversibilità, e forse in pochi conoscono la Legge che permette di aumentare l’importo finale. Ecco di cosa si tratta.
Cos’è l’assegno familiare integrativo alla reversibilità – o assegno di vedovanza
Questo benefit erogabile dall’INPS è davvero poco conosciuto. Per Legge, spetta ai superstiti che percepiscono la pensione di reversibilità. Per ottenerlo basta una certificazione medica e ovviamente la dichiarazione del reddito annuale.
Chi risponde ai requisiti, può ottenere fino a 52,91€ al mese, ovvero circa 600€ l’anno, che se richiesti anche anni dopo possono diventare ulteriori 3.400€ da aggiungere alla reversibilità. I 52,91€ vengono erogati a chi non supera il reddito annuo di 28.659,42€. Dai 28.659,43€ ai 32.148,87€ l’importo verrà ridotto ed erogato in 19,59€ al mese. Oltre i 32.148,87€ non si ha più diritto a questa integrazione.
Ma a chi spetta questa maggiorazione? Per richiederla – in quanto non automatica, come la reversibilità – bisogna rientrare nei seguenti requisiti: essere vedovo o vedova di un dipendente, sia del settore pubblico che privato; essere titolare di una pensione di reversibilità; avere riconosciuta l’inabilità al lavoro, con una invalidità al 100%.
Ecco perché serve la certificazione del medico. Solamente chi dimostra di non essere abile a lavorare potrà ottenere questo extra, che tra l’altro non è incompatibile con altre misure. Ad esempio l’assegno di invalidità/accompagnamento.
Richiedere l’assegno di vedovanza
Come detto sopra, per ottenere questo benefit extra è necessario essere inabili al lavoro. Quindi se si presenta la richiesta all’INPS bisogna essere in possesso di certificazione medica o meglio ancora del verbale dell’INPS che attesta l’invalidità al 100%.
Quando si hanno tutte le documentazione necessarie, si dovrà fare la richiesta esclusivamente in via telematica, accedendo con le credenziali. Il percorso da seguire nel sito ufficiale dell’Istituto di Previdenza inizia dalla sezione “Servizi per il cittadino” e rimanda poi alla pagina “Prestazioni a sostegno del reddito e Assegni Familiari”.
Un’altra buona notizia riguardo a questo beneficio è che si tratta di una formula retroattiva. Proprio come l’assegno di reversibilità, se la domanda viene accolta paga gli arretrati fino a 5 anni. I pagamenti avverranno contestualmente alla pensione, e iniziano il mese successivo all’esito favorevole della richiesta.
E non è tutto perché l’assegno di vedovanza, in caso di decesso del beneficiario, passa anche agli eredi. Infine, se anche chi era titolare di pensione di reversibilità muore senza avere presentato domanda dell’assegno di vedovanza, gli eredi potranno inoltrare la domanda e ottenere anche gli arretrati.