Si considera prima casa l’immobile in cui si vive stabilmente. In caso di mancato pagamento delle tasse può essere pignorata?
Con il cosiddetto “decreto dal fare” del 2013 (DL n.69/2013) la legge limita la possibilità agli enti di riscossione esattoriale il pignoramento della prima casa.
Si considera ente di riscossione l’Agenzia delle Entrate o le Società private che hanno stretto convenzioni con comuni, regioni o province. In realtà, questi enti sia statali sia locali possono pignorare una abitazione, ma solo in determinate situazioni.
Prima casa: in queste circostanze può essere pignorata dal Fisco
Tuttavia, il pignoramento della prima casa è possibile se il proprietario dell’immobile contrae dei debiti con soggetti privati, ad esempio banca o finanziaria, condominio, fornitore. Infatti, in questo caso, anche se in essa vivono minori, disabili o persone anziane, l’abitazione potrà essere pignorata.
Come detto in precedenza però anche l’Agenzia delle Entrate, gli uffici tributi o le altre agenzie di riscossione statale o locale possono non solo pignorare un immobile ma anche metterlo all’asta. Solo se sussistono queste condizioni:
- è una casa di lusso, ossia inclusa nella categoria A/1, A/8 oppure A/9;
- l’immobile non accatastato come civile abitazione;
- il contribuente non è residente all’interno della prima casa;
- il contribuente è proprietario anche di altri immobili, oltre alla prima casa.
Insomma, l’Agenzia delle Entrate può pignorare la prima casa solo se il contribuente possiede anche altri immobili. Invece, non può eseguire il pignoramento quando costituisce l’unica residenza anagrafica del contribuente.
Inoltre, il pignoramento dell’immobile non basta a giustificare l’esecuzione forzata dei beni, perché, secondo la legge, questa è ammessa se:
- il debito maturato, scaduto e non pagato dal contribuente è superiore a 120mila euro;
- il valore complessivo dei beni è superiore a 120mila euro;
- sull’immobile vi è un’ipoteca da almeno 6 mesi;
- tutte le notifiche inviate dal Fisco sono state notificate correttamente al debitore anche se non accolte.