Il salario minimo a 9 Euro è uno dei nuovi argomenti dibattuti in Commissione Europea. Ma non mancano polemiche e pareri discordi.
Dopo anni in cui gli italiani chiedono adeguamenti degli stipendi (anche confrontandoli con quelli dell’UE) arrivano le indicazioni di Bruxelles sull’argomento. In questi giorni è aperto il dibattito sull’idea di garantire una paga minima all’ora ai lavoratori italiani. Ma le cose non sono così semplici come sembra.
La volontà dell’Europa è quella di garantire a tutti i lavoratori una paga che offra condizioni di vita dignitose. Anche se in Commissione non si è parlato di un vero e proprio “salario” minimo, ovviamente di questo nei fatti si tratta. L’idea è di emanare determinate direttive – anche a breve – e poi lasciar decidere ogni singolo Stato se recepirle o meno.
Da dove nasce il salario minimo di 9 Euro all’ora?
In Italia, contrariamente a quanto si possa pensare, la questione di una paga oraria minima è sul tavolo da parecchio tempo. Anche senza tornare troppo indietro, ricordiamo le proposte dell’ex Premier Conte e del Movimento 5 Stelle, così come in parte le idee del Partito Democratico. Più o meno tutti concordavano sull’istituire una retribuzione minima all’ora di 9 Euro. Fatti due conti, e senza entrare nelle percentuali calcolate da Bruxelles, è più o meno quello a cui sta pensando la Commissione Europea.
Ma non è tutto. Anche se – per praticità – parliamo di “salario minimo” come fosse un obiettivo importante da raggiungere, non dobbiamo dimenticare che di fatto esiste già. Le retribuzioni orarie sono garantite nei vari comparti dai CCNL, suddivise ovviamente in base alle mansioni/capacità eccetera. Va da sé che chiunque ha un contratto regolare può contare su stipendi concordati collettivamente.
Bisogna poi capire questi 9 Euro se diverrebbero lordi o netti, se fossero comprensivi di contributi eccetera. Il rischio è che a stabilire una cifra una tantum milioni di lavoratori vedrebbero paradossalmente scendere l’importo in busta paga. Attualmente, secondo alcune stime, gli italiani guadagnano in media dai 21 ai 24 mila Euro all’anno, con medie orarie di 16 Euro.
In conclusione, seppur il principio di una paga equa minima per tutti è giusta, ogni Paese ha già i suoi punti a favore e quelli contro. Certamente l’Italia ha da lavorare su più fronti e nessuno lo nega. Ricordiamo ad esempio che la riforma pensionistica è ancora tutta da vedere. Le misure a sostegno delle famiglie si sviluppano su più fronti e molti passi avanti sono già stati fatti. Pensiamo all’Assegno Unico Universale. Certo il potere d’acquisto non si risolverà con il Bonus da 200 euro previsto a luglio, ma almeno ogni tanto qualcosa si muove.