A partire dal 2023 le pensioni aumenteranno di 50 euro al mese per un totale di 600 euro all’anno. Ecco per chi.
Potranno tirare un sospiro di sollievo i pensionati che non sempre ricevono assegni adeguati a poter affrontare la situazione economica degli ultimi mesi.
A volte il governo interviene e prevede agevolazioni, come succederà a luglio con il bonus da 200 euro una tantum.
Pensioni 2023: assegni più alti grazie alla rivalutazione, ma non per tutti
Gli importi delle pensioni non sempre sono adeguati al caro vita e sono molti i pensionati che faticano ad arrivare a fine mese con la pensione minima. Ma per il 2023 le cose saranno un po’ diverse e i pensionati potranno tirare un sospiro di sollievo.
In questo caso, però, l’aumento delle pensioni non riguarda un affare politico ma è la conseguenza dell’inflazione. In effetti, grazie agli effetti della rivalutazione, la cui percentuale per il 2022 è dell’1,7%, il tasso di inflazione, secondo i dati ISTAT, sarà dell’1,9%.
Questo comporterà un aumento delle aliquote minime e massime da applicare sul cedolino della pensione del 2023. Quindi, a partire dal 1° gennaio 2023 i pensionati potranno riceveranno 50 euro in più al mese per un totale complessivo di 600 euro all’anno. Inoltre, gli aumenti non riguarderanno solo le pensioni, ma anche gli assegni sociali e le pensioni di invalidità civile.
I tassi si applicheranno per intero (quindi al 100%) solo ad alcuni importi, ovvero a quelli appena superiori ai 2mila euro lordi (importo inferiore a quattro volte il trattamento minimo). Di conseguenza, per gli assegno con un importo:
- compreso tra le quattro e le cinque volte il trattamento minino il tasso sarà del 90%;
- sopra le cinque volte il tasso è del 75%.
Ma non sarà l’unica novità. Infatti, alcuni importi avranno un ulteriore aumento pari allo 0,2% per il conguaglio degli arretrati. Questi ultimi potrebbero essere erogati in un’unica soluzione proprio nel cedolino della pensione di gennaio 2023.