Tutti ricordano i gravi fatti inerenti al ritrovamento di E. Coli nelle Pizze Buitoni e ella Salmonella nel cioccolato Kinder.Â
La Buitoni, di proprietà della Nestlé, è ancora al centro di polemiche dopo le terribili conseguenze sulla salute di almeno 80 persone.
Ricordiamo, con dispiacere, che dopo aver mangiato le pizze della linea “Fraîch’Up” decine di persone sono rimaste intossicate. Ci sono stati anche 2 decessi.
Anche l’azienda Ferrero, sta ancora contando i danni economici subiti dallo scandalo del cioccolato con la Salmonella. Purtroppo si è trattato di uno degli episodi di contaminazione più grave mai registrato. Della diffusione dei vari allarmi, dei Lotti ritirati e di quali prodotti erano pericolosi, ci siamo occupati anche noi, insieme ovviamente a tutti i canali d’informazione nazionale ed estera.
Alcune riviste per i diritti dei consumatori, inoltre, hanno tempestivamente pubblicato gli aggiornamenti inerenti alle vicende. Sia quelle della Pizza Surgelata che dei prodotti al cioccolato Kinder. In Francia, in particolar modo 60 Million De Consommateurs. Ed è proprio da uno di questi aggiornamenti pubblicati sulla rivista che scopriamo che i problemi non sono ancora finiti. Ecco cosa sta succedendo.
E. Coli nelle Pizze Buitoni e il caso Kinder, in Francia è accesa polemica
Qui in Italia, fortunatamente, non si sono avute conseguenze “tragiche” dopo il consumo di suddetti prodotti contaminati. Ad Aprile, comunque, un rapporto stilato da EFSA e ECDC confermava il ricovero in ospedale del 40% dei 324 bambini intossicati da Salmonella. Oltre a Ferrero, probabilmente altri marchi hanno venduto prodotti non conformi. Fortunatamente la vicenda sembra essere finita qui, con un po’ di sfiducia da parte dei consumatori e perdite economiche ingenti per l’azienda, che dovrà ora rivedere quantomeno il controllo sulle catene produttive sparse in Europa.
In Francia, invece, la polemica è ancora accesa. Dalla rivista 60 Million De consommateurs apprendiamo infatti che i consumatori sono stati “fregati” due volte. Il titolo di un articolo pubblicato sul sito ufficiale della rivista è indicativo. Leggiamo infatti “Kinder e Buitoni: il gran pasticcio dei rimborsi“. Quantomeno questa è la traduzione automatica effettuata dalla pagina web.
Ma cosa sta succedendo? In pratica i clienti che hanno riportato indietro i prodotti segnalati, secondo gli annunci e le comunicazioni ufficiali delle aziende coinvolte, avevano diritto ad un rimborso. Nella realtà , “molte si sono trovate di fronte a dei blocchi: silenzio dei produttori nonostante i solleciti, voucher utilizzabili solo tramite un’applicazione“. Oppure Call Center “fantasma” e altri ingarbugli di questo genere.
Certo ottenere un rimborso di pochi Euro non è fondamentale. A meno che non si parli di risarcimento, il che è diverso. Perché quello che le persone hanno rischiato a consumare i prodotti è davvero grande. Però le aziende hanno creato un disagio reale alle persone. Nel migliore dei casi, tanta paura. Visto che i cioccolatini, tra l’altro, sono consumati più che altro dai bambini. In altri, veri e propri problemi di salute. Quindi avrebbero potuto impegnare un po’ più di energia – e di cortesia – verso quelle persone che erano rimaste coinvolte in questo guaio.
Certamente il danno d’immagine sarà molto più cospicuo dell’erogazione in denaro che le aziende avrebbero dovuto corrispondere. Come rimborso o risarcimento.