Si sta verificando un fenomeno preoccupante. In aumento i furti di marmitte catalitiche. Ecco perché e quali sono i veicoli più “a rischio”.
I ladri e i “furbetti” sono sempre esistiti, certo, ma negli ultimi tempi sono davvero molti i fenomeni illegali che stanno aumentando. Forse chissà, la crisi economica spinge le persone a commettere atti deplorevoli? O forse la criminalità ha sempre qualche buon motivo per cui vale la pena infrangere la Legge.
Le marmitte catalitiche non sono oggetto di tanto “desiderio” a caso. Sono composte da diversi materiali oggi divenuti preziosi. Dunque, “pagano bene”. Un po’ come quando anni fa ci fu il “boom” dei furti di Rame. Oggi, il nuovo allarme è dato dall’aumento delle auto “razziate” e lasciate senza catalizzatore. Negli ultimi tempi si sono verificati migliaia di furti, in tutta Europa.
In Italia, sono recenti i casi di Roma e Napoli e persino un “triste” record registrato a Lucca. In questa città toscana, infatti, alcuni ladri evidentemente ben organizzati hanno svaligiato i Piaggio Porter per la raccolta rifiuti dell’Ersu, portandosi via ben 53 marmitte catalitiche.
Qual è il valore dei catalizzatori e perché sono in forte aumento i furti di marmitte catalitiche
Pensando a questo dispositivo meccanico, vengono in mente anche gli anni ’90, periodo durante il quale le marmitte catalitiche crebbero in diffusione. Anche senza entrare nel dettaglio tecnico, diciamo che l’introduzione dei catalizzatori ha giovato molto all’ambiente.
Ne esistono di svariati tipi e ogni auto deve montare quella idonea. I parametri per realizzare quella giusta includono la potenza del veicolo, il tipo di carburante eccetera. Per tutte le auto, però, vale la stessa “regola”. Il compito della marmitta catalitica è quello di rendere meno tossiche – se non addirittura innocue – le sostanze prodotte dalla combustione dei carburanti. Come il monossido di carbonio o gli ossidi di azoto.
La cosa più importante però, almeno per i ladri del momento, è di cosa sono fatti i catalizzatori. All’interno di una di queste marmitte troviamo tracce di materiali preziosissimi: platino, palladio e rodio. A seconda dei modelli, da un catalizzatore si possono ricavare anche 3 grammi di palladio. Che, rivenduti, pagano molto. Alcune stime dicono che per ogni marmitta si possono guadagnare dai 100 ai 400 Euro.
Per capire quanto può essere grande il “giro d’affari” sulle marmitte, ricordiamo un episodio avvenuto a maggio scorso, nei pressi di Caserta. La Polizia ha sequestrato 150 catalizzatori rubati che avrebbero fruttato al malvivente almeno 70 mila Euro.
Quali sono le auto più a rischio?
I catalizzatori sono presenti in milioni di veicoli. Ma quelli di ultima generazione sono composti da minori quantità di materiali preziosi. Dunque, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sono le auto più vecchie a correre i maggiori rischi. I modelli più “appetibili” ai ladri al momento sono le Smart e i Suv.
Chi scopre il furto, purtroppo ci rimette due volte. Far montare una nuova marmitta catalitica significa spendere anche fino a 1000 Euro. Cifra che talvolta è superiore al valore della vecchia auto.