La rendita catastale è quel valore necessario ad effettuare i calcoli ai fini fiscali di beni immobili. I rapporti con l’IMU.
L’IMU pesa non poco nelle tasche degli italiani che possiedono immobili diversi dall’abitazione principale. In caso di rettifica della rendita catastale, quali sono gli effetti prodotti sull’IMU?
Il pagamento dell’acconto IMU è una delle principali scadenze fiscali di giugno per molti italiani. Ebbene, si tratta di un’imposta di importo non lieve e che dunque rappresenta certamente un onere per i cittadini che possiedono un immobile differente dall’abitazione principale.
Tutti coloro che si chiedono come è calcolata l’IMU, debbono ricordare che oltre alle aliquote fissate dai Comuni, ad essere determinante è anzitutto la rendita catastale. Essa dipende dalla categoria dell’immobile e costituisce il reddito che l’Agenzia delle Entrate attribuisce a ogni singolo bene immobile, fabbricato e terreno – in grado di produrre o generare, appunto, un reddito.
C’è chi saprà già che la rendita catastale non è un dato immutabile, ma soggetto a variazioni nel corso del tempo. Ebbene, proprio di questo vogliamo occuparci nel corso di questo articolo: quali sono i riflessi sull’IMU da pagare in caso di rettifica della rendita catastale? Facciamo chiarezza.
Rapporto tra rendita catastale e IMU: casi di variazione del valore della rendita
Abbiamo appena detto che il valore della rendita catastale può cambiare, e ciò può succedere in situazioni quali ad es. quelle che seguono:
- lavori di ristrutturazione sul fabbricato, da cui deriva la modifica della rendita in oggetto;
- variazioni apposte alle rendite su iniziativa dei singoli Comuni;
- accertamento effettuato nei confronti del bene, da cui emerge che la categoria dell’immobile è differente da quella dichiarata, con la conseguenza che la categoria corretta è attribuita dall’Ufficio impositore.
In un periodo come questo, in cui quella dell’acconto IMU è una delle scadenze fiscali più importanti, ben si comprende l’utilità di parlare di variazioni rendita catastale ed implicazioni sull’imposta in oggetto.
Come noto, l’IMU è versata per ogni anno solare, perciò in linea generale – e pur con le precisazioni che ora diremo – la rendita catastale da considerare è quella assegnata all’immobile alla data del primo gennaio di ogni anno.
Da quando hanno effetto per il possessore dell’immobile?
Abbiamo detto che la rendita catastale è essenziale ai fini del calcolo IMU perciò appare opportuno ricordare che, in caso di variazione di rendita catastale dell’immobile nel corso dell’anno, le norme di legge in materia indicano che i nuovi valori hanno effetto:
- se la variazione catastale è legata ad interventi edilizi realizzati sull’immobile (ad es. ristrutturazioni, manutenzione straordinaria e così via), dalla data di completamento dei lavori, o dalla data di utilizzo, se anteriore;
- se l’assegnazione della nuova rendita catastale è svolta a seguito di un accertamento d’ufficio che individua un valore maggiore, la modifica scatta dal primo gennaio dell’anno d’imposta posteriore;
- se il contribuente impugna in tribunale l’atto di variazione della rendita catastale, la rendita definitiva fissata dal magistrato ha effetti retroattivi alla data della domanda. In particolare, la base imponibile ai fini IMU diviene quella del provvedimento giudiziale.
In tema di IMU, assume particolare rilievo proprio la base imponibile, ovvero il valore fiscale attribuito all’immobile. Per determinarla occorre conoscere la rendita catastale.
Il servizio online ad hoc offerto dall’Agenzia delle Entrate
Non bisogna dimenticare che l’Agenzia delle Entrate, al fine di facilitare il calcolo valore IMU da rendita catastale, mette a disposizione dei cittadini un servizio di consultazione delle rendite catastali. Tramite esso il contribuente può conoscere i dati sulla rendita e le informazioni legate a qualsiasi immobile presente sul territorio italiano, censiti al catasto dei fabbricati o al catasto dei terreni.
L’interessato al citato servizio potrà fare riferimento all’apposita pagina web.
L’IMU è di fatto il tributo istituito dal governo Monti nella manovra Salva-Italia del 2011 e si paga a livello comunale sul possesso dei beni immobiliari. È operativa a decorrere dal gennaio 2012, e fino al 2013 è stata valida anche sull’abitazione principale.
Ricordiamo infine che il contribuente tenuto al pagamento dell’IMU della prima rata, l’acconto IMU, con scadenza il 16 giugno. I ritardatari possono mettersi in regola con il ravvedimento operoso, qui tutte le indicazioni: Scadenza IMU dimenticata: come regolarizzare la propria posizione e pagare sanzioni ridotte