Ciò che si temeva si è verificato. Un uomo di 51 anni è ricoverato a causa di Encefalite da zecca, contratta dopo la puntura dell’insetto.
L’allarme zecche è reale, e si teme che la situazione possa peggiorare. Continuano gli appelli alla popolazione affinché presti la massima attenzione.
Le condizioni per una “epidemia” ci sono tutte. L’encefalite da zecca è una grave malattia trasmessa da questi insetti ed è già conosciuta. In questi due anni, “grazie” ai lockdown, il fenomeno era rimasto a livelli bassi. Adesso, però, con le persone che ricominciano a uscire e a fare passeggiate in campagna, i rischi sono aumentati. Non aiutano le condizioni meteo: con questo caldo afoso è “boom” di insetti, zecche comprese.
Purtroppo un 51enne di Vicenza ha avuto la sfortuna di essere punto e di contrarre l’encefalite, detta anche Tbe. Adesso è in isolamento in un reparto “blindato” di malattie infettive dell’ospedale del San Bortolo. Anche se in attesa di ulteriori conferme che arriveranno tramite esami, all’uomo è stata diagnosticata l’infezione al cervello.
Encefalite da zecca, cos’è e a cosa dobbiamo stare attenti
La malattia fa parte delle ’infezioni virali acute del sistema nervoso centrale. Viene trasmessa dagli insetti, che con il morso iniettano nella vittima un patogeno simile a quello della febbre gialla e della dengue. Malattie che noi associamo istintivamente a paesi tropicali, o comunque lontani. Invece anche alle nostre latitudini possono verificarsi dei casi.
Il virus è particolarmente aggressivo, attacca il sistema nervoso e causa importante sintomatologia. Ma non solo: oltre ai danni, può causare anche la morte, con una percentuale tra l’1 e il 5%.
L’uomo si è presentato in ospedale accusando forti dolori in tutto il corpo, mal di testa, febbre alta e “confusione” mentale. I medici non hanno avuto dubbi e dopo i primi esami hanno sottoposto il paziente ad una terapia antibiotica.
L’encefalite, come detto, è una malattia conosciuta e curabile, ma le infiammazioni al cervello non vanno mai sottovalutate. I medici già dagli anni ’90 hanno cominciato a tenere sotto controllo il fenomeno, più frequente al nord ma in continua espansione e crescita. Esistono le cure, ma soprattutto esistono i vaccini, che danno una protezione per almeno 3 anni.
L’invito è quello di provvedere a informarsi ed eventualmente vaccinarsi. Soprattutto per chi pensa di praticare spesso attività all’aperto. Appassionati di trekking, corse in bici o semplicemente passeggiate e camping. Le probabilità di essere punti da una zecca sono molto alte. Non mancano i rischi anche in città, comunque. La diffusione di questi insetti è particolarmente favorita quest’anno dal clima caldo-umido.
L’allarme, avvisano gli esperti, era scattato ad aprile, e il livello di attenzione massima durerà almeno fino a novembre.