Entro la fine del 2022, dovrebbe arrivare la prima bozza della Riforma delle pensioni. L’accordo tra le parti, tuttavia, è ancora lontano.
Il Presidente dell’INPS Tridico ha avanzato l’ipotesi di un “pensionamento in due tempi”, basato sul congedo con sistema misto al raggiungimento dei 63 anni d’età. Non tutti, però, appoggiano tale proposta. Quali sono i pro e quali i contro?
Il Governo sta seriamente prendendo in considerazione la proposta del Presidente Tridico. Da una parte, c’è chi è d’accordo sul requisito anagrafico; dall’altra, invece, c’è chi vorrebbe una Riforma delle pensioni che tenga conto anche di chi ha iniziato a lavorare presto e, dunque, raggiungerebbe i 41 anni di contributi prima dei 63 anni.
Analizziamo, quindi, le motivazioni di entrambi gli schieramenti, per capire nel dettaglio quali sono le novità più rilevanti sul tema pensioni.
Riforma delle pensioni: i sostenitori dell’idea di Tridico
Sono svariati i motivi per i quali molti lavoratori sono favorevoli alla proposta del Presidente dell’INPS sulla Riforma delle pensioni. Innanzitutto il calcolo dell’assegno tramite sistema misto è considerato un’ottima alternativa al contributivo puro. Tale meccanismo, infatti, permetterebbe di non subire un’eccessiva penalizzazione sull’importo spettante.
In secondo luogo, permetterebbe l’uscita dal mondo lavorativo prima del compimento dei 67 anni (requisito anagrafico attuale). Soprattutto nel Sud Italia, infatti, sono pochi i lavoratori che hanno avuto la fortuna di iniziare a lavorare molto presto (o, almeno, di trovare un lavoro non precario). Tale sistema, dunque, permetterebbe l’accesso alla pensione anche, ad esempio, ai 65enni. Essi sono considerati, attualmente, troppo “giovani” per la pensione di vecchiaia, ma, magari, non hanno più le energie fisiche e psichiche per continuare.
Grazie al progetto di Tridico, quindi, anche gli ultrasessantenni che hanno prima studiato o che hanno trovato lavoro con fatica, avrebbero la possibilità di congedarsi.
Sotto tutti questi aspetti, la soluzione appena evidenziata sembrerebbe essere quella momentanea più adeguata; verrebbe incontro, infatti, alle esigenze di un numero abbastanza elevato di lavoratori.
Le posizioni contrarie al programma del Presidente dell’INPS
Tra i contrari al progetto di Riforma di Tridico vi sono, senza dubbio, tutti i lavoratori cd. precoci, che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi e quelli che svolgono mansioni usuranti. Tali lavoratori, infatti, pretendono un intervento legislativo che consenta anche a loro l’accesso al pensionamento anticipato, soprattutto dopo aver accumulato più di 40 anni di contribuzione.
Chi lavora da più di 41 anni, infatti, può usufruire solo della Legge Fornero, a meno che non intervengano modifiche anche su quest’ultima, con la predisposizione di requisiti più severi. Chi, al contrario, lavora da meno può usufruire di alcune misure agevolate, come Quota 102, Opzione Donna e la proposta di Tridico.
Una legislazione davvero efficiente dovrebbe valutare tutte le possibili alternative e curare gli interessi di tutte le parti in gioco, non solo quelli più convenienti.
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L’urgenza di una Riforma efficace
Sotto l’ultimo aspetto analizzato, l’eventuale Riforma viene considerata fortemente ingiusta, perché tutelerebbe solo i bisogni di chi non potrà mai raggiungere i 41 anni di contribuzione, consentendo loro una pensione anticipata a 62 anni (seppur con una penalizzazione economica).
Quella che si vuole generare, ovviamente, non è una “guerra tra poveri”, ma l’auspicio è che Governo e sindacati tengano conto delle esigenze di tutti i lavoratori, non solo di una parte. Solo così, infatti, la tanto attesa Riforma delle pensioni sarà in grado di risolvere una questione molto spinosa e di cambiare un sistema ormai obsoleto, che svantaggia solo i contribuenti.