Si può utilizzare la corsia d’emergenze dell’autostrada per soddisfare i propri “bisogni fisiologici”? La riposta non è scontata.
La polizia può sanzionare chi urina sul guard-rail? Quest’abitudine frequentissima caccia, davvero, l’automobilista nei guai? Ecco cosa stabilisce la legge.
Quando si è in autostrada non sempre si è nelle condizioni di poter raggiungere l’autogrill più vicino per assecondare i propri bisogni fisiologici. In questo caso, cosa bisogna fare se si ha necessità di urinare? Si può essere multati? Dipende dal caso concreto. Di recente, ad esempio, una sentenza della Corte di Cassazione ha stabilito che bisogna sanzionare l’automobilista che urina sul guard-rail dell’autostrada, se non si adopera a nascondere l’attività agli altri.
Le conseguenze, tuttavia, cambiano a seconda delle varie situazioni.
Quando si può utilizzare la corsia di emergenza in autostrada?
Quando si può accostare l’automobile sulla corsia di emergenza? Quest’aspetto è molto importante per capire se è consentito sostare per urinare.
L’art. 176 del Codice della Strada stabilisce che, sulle carreggiate, sulle rampe e sugli svincoli è vietato sostare e fermarsi. L’unica eccezione è che si tratti di situazioni d’emergenza, come, ad esempio, un improvviso malessere dei passeggeri o un avaria del veicolo. In questi casi, dunque, il veicolo può sostare, per breve tempo, sulla corsia di emergenza o, in alternativa, sulla prima piazzola, per non ingombrare le corsie di scorrimento.
Lo scopo della corsia di emergenza, quindi, è uno e ben chiaro: accogliere i veicoli in caso di guasti meccanici o di difficoltà dei viaggiatori. Per questo motivo, è severamente vietato ogni utilizzo diverso della corsia, per evitare di arrecare danni agli altri viaggiatori.
La sosta d’emergenza, dunque, non deve mai superare il tempo sufficiente per risolvere la difficoltà riscontrata.
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Piazzola di sosta: a cosa serve?
La piazzola di sosta è un’area del tratto stradale che, come suggerisce il nome, è finalizzata alla sosta di tutti i veicoli che circolano sulle autostrade e sulle tratte extraurbane. La piazzola, insomma, è una specie di prosieguo della corsia di emergenza ma si distingue da essa perché è destinata esclusivamente alla sosta delle vetture.
Le ragioni per la quali si ha necessità di sostare in quest’area possono essere di vario tipo, come un improvviso colpo di sonno da parte del conducente. La legge, tuttavia, non fa espresso riferimento all’“emergenza”, come unico motivo affinché l’occupazione della piazzola sia valida.
In ogni caso, si tratta di aree senza dubbio meno pericolose delle corsie di emergenza, perché non sono interessate dalla circolazione dei veicoli.
Mentre, poi, la sosta sulla corsia de emergenza deve essere molto breve e non è consentito al conducente abbandonare la vettura, nella piazzola, si può scendere dal veicolo; si può, ad esempio, prendere una boccata d’aria, oppure sgranchirsi le gambe.
Si può urinare in autostrada?
È consentito agli automobilisti urinare in autostrada? La legge pone dei divieti al riguardo? La recentissima sentenza n. 19573 del 17 giugno 2022 della Corte di Cassazione dispone che la condotta va sanzionata quando è compiuta in assenza di un bisogno fisiologico urgente e senza aver cercato di coprirsi per evitare di essere visti.
Nel caso esaminato dagli Ermellini, la polizia stradale aveva notato un uomo intento a fare pipì in piedi sul guard-rail della corsia di emergenza. Per i giudici, non c’era la prova che il soggetto in questione avesse urgenza di espletare i suoi bisogni proprio in quel luogo. Inoltre, non erano state adottate tutte le accortezze necessarie per evitare l’offesa alla pubblica decenza. Di conseguenza, era stata inflitta una sanzione amministrativa all’interessato.
Il discorso, invece, è differente nel caso in cui effettivamente c’è necessità di urinare. Per la Cassazione, infatti, è lecito utilizzare la corsia di emergenza qualora tale situazione si tramuti in un vero e proprio “malessere”. Il Codice della Strada, infatti, consente l’uso di tale corsia in occasioni simili.
Conclusioni
La Suprema Corte ha fornito una definizione molto dettagliata di “malessere”. Tale nozione, infatti, non comprenderebbe soltanto una condizione acuta di infermità, in grado di condizionare la capacità di intendere e di volere del soggetto (come, ad esempio, un infarto o uno stordimento). Comprenderebbe, invece, qualsiasi tipo di disagio e necessità fisica, anche momentanea, che non permetterebbe di continuare a guidare con la dovuta attenzione.
In altre parole, al termine “malessere” vanno associate tutte le necessità fisiologiche impellenti, che non possono essere controllate. È necessario, tuttavia, che essere siano svolte nel rispetto degli altri conducenti.