Dopo la “tempesta” economica che ci ha travolti, è lecito chiedersi: conviene ancora il Superbonus 110? Situazione attuale e prospettive future.
In questi mesi sono cambiate molto le regole per fruire del Bonus e si è innescata una confusione “epocale”. Vediamo di chiarire alcuni aspetti.
Tralasciamo per un attimo la “presentazione” del Superbonus che venne fatta impostata come se fosse la “soluzione a tutti i mali”. Economici del nostro Paese n.d.r. Purtroppo forse nemmeno il Governo si immaginava il caos che sarebbe arrivato di lì a poco. Ma bando alle digressioni e cerchiamo di capire se il Superbonus 110% è ancora un affare oppure no.
Per prima cosa parleremo del fatto che sono cambiate proprio le percentuali di detrazione e sono in essere alcune modifiche che limitano la platea di beneficiari. Poi che la cessione del credito ha subito una “strizzata” non indifferente. Analizzeremo poi l’affermazione “i fondi sono finiti”. Infine, il fatto che esistono delle alternative comunque vantaggiose.
Conviene ancora il Superbonus 110? La ‘fake’ dei fondi finiti e chi può ancora sfruttare questa misura
Partiamo dai cambiamenti inerenti le percentuali di detrazione, per capire se e a chi conviene chiedere il Superbonus. Il famoso 110% sarà disponibile per tutto il 2023. Dunque c’è ancora tempo. Dall’inizio del 2024, però, la detrazione fiscale passerà al 70% e l’anno successivo scenderà al 65%.
Queste percentuali riguardano e riguarderanno i lavori inerenti a parti condominiali in comune, a quelli effettuati in immobili di un unico proprietario – fuori dal comparto esercizio d’impresa – e i lavori fatti sugli immobili con più unità, da due a quattro. Al termine del 2025 si ritiene molto probabile che il Bonus non verrà rimodulato/rinnovato.
Attenzione però alla data del 30 giugno, praticamente ormai alle porte. Oltre questo giorno il Superbonus non potrà più essere richiesto nel comparto edifici unifamiliari. C’è possibilità di proroga fino al 31 dicembre ma solo se si esegue almeno il 30% dell’intervento complessivo alla data del 30 settembre.
Cessione del credito, attenzione ai “limiti”
La questione della cessione ha dato – e probabilmente darà – un po’ di “filo da torcere” a coloro che vorranno sfruttare il Bonus. In pratica, dopo lo scandalo delle frodi, molti istituti bancari e anche le stesse ditte appaltatrici non se la sentono di anticipare il credito. Il timore, giustificato, è quello di non riuscire a riscattarlo.
C’è sempre ovviamente l’alternativa della detrazione fiscale a scomputo IRPEF. Dunque per chi desidera accedere al Superbonus è consigliabile muoversi con cautela sotto questo aspetto.
I fondi sono finiti oppure no?
Uno degli “allarmi” lanciati ultimamente è quello relativo ai fondi dello Stato. Sembra che non ve ne siano più per altri “accessi al Superbonus”. In realtà, al momento sono stati utilizzati 33,7 miliardi di euro. La disponibilità annunciata era di 33,3 miliardi. Dunque sì, c’è una lieve differenza da colmare, ma sembra che non ci saranno problemi a provvedere alla copertura.
Esistono alternative al Superbonus 110%?
A chi, nonostante, le “rassicurazioni” date dai fatti, non è proprio convinto che il Superbonus sia un buon affare, possiamo ricordare che esistono altri incentivi. Nel campo edilizio si può sfruttare ancora l’Ecobonus, il Sismabonus o il Bonus Facciate. I benefit arrivano fino al 90% dell’importo totale sostenuto.