Pensione, in attesa della rivoluzione autunnale facciamo il punto della situazione

La riforma della pensione è in stand by. I mesi autunnali saranno fondamentali per capire quando si potrà uscire dal mondo del lavoro nel 2023.

Nell’attesa della Legge di Bilancio 2023 che includerà la riforma delle pensioni cerchiamo di ricapitolare requisiti, agevolazioni e novità dell’anno in corso.

pensione novità 2023
Adobe Stock

Il sistema pensionistico italiano è pronto da parecchi mesi ad una rivoluzione ma problemi ben più gravi hanno interessato il Governo tanto da recludere in un angolo il tema “pensioni”. Di tanto in tanto viene ripreso, si avanzano ipotesi ma poi tutto si conclude in un nulla di fatto. L’interessamento reale dovrebbe arrivare in autunno quando la definizione della Legge di Bilancio 2023 dovrà essere prossima alla conclusione. I lavoratori vicini alla pensione, dunque, sono in balia delle onde e non hanno – per ora – la possibilità di conoscere il proprio destino. Il ritorno della Riforma Fornero dovrebbe essere stato scongiurato ma un vero piano regolatore non esiste se non in ipotetici progetti. Torniamo, dunque, al presente e alle certezze dell’anno in corso.

Pensione 2022, i requisiti per uscire dal mondo del lavoro

Per accedere alla pensione di vecchiaia servono, oggi, 67 anni di età e 20 anni di contributi alle spalle. Le alternative sono 66 anni e 7 mesi di età con svolgimento di lavoro gravoso; 15 anni di contributi per chi accedere alla deroga Amato e 5 anni di contributi con 71 anni di età rientrando completamente nel sistema retributivo.

I soggetti che rientrano nel sistema misto – riservato a coloro che avevano meno di 18 anni al 31 dicembre 1995 e ai lavoratori che al 31 dicembre 1995 avevano almeno 18 anni di contributi – dovranno aver maturato un assegno previdenziale pari a minimo 1,5 volte l’assegno sociale al momento della presentazione della domanda. È necessaria, poi, la cessazione del rapporto di lavoro dipendente per accedere alla pensione ma non quello di lavoro autonomo o parasubordinato.

Agevolazioni del sistema pensionistico

L’attuale sistema pensionistico prevede la possibilità di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro con 42 anni e dieci mesi di contributi versati per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne. Queste le direttive per l’accesso alla pensione anticipata ordinaria per la quale è prevista una finestra temporale mobile che fa spostare il versamento del primo rateo dell’assegno pensionistico di tre mesi rispetto la maturazione dei requisiti.

La pensione anticipata è richiedibile, poi, per i lavoratori appartenenti alla lista dei lavori usuranti. Il sistema concede l’uscita precoce dal mondo del lavoro per i dipendenti con quota 97 ossia età minima 61 anni e 7 mesi e 35 anni di contributi versati e per gli autonomi con quota 98,6 ossia anzianità contributiva di 35 anni e età anagrafica 62 anni e 7 mesi. La quota si raggiunge, dunque, sommando età e contributi versati.

Opzione Donna, Ape Sociale e precoci

Segnaliamo Opzione Donna, il sistema pensionistico per le lavoratrici del settore pubblico e privato che possono andare anticipatamente in pensione con 35 anni di contributi e 58/59 anni di età. Condizione necessaria è accettare che il calcolo dell’assegno venga effettuato esclusivamente con sistema contributivo.

L’APE Sociale, poi, permette di andare in pensione con 30 anni di contributi senza penalizzazione appartenendo a specifiche categorie. Il riferimento è ai disoccupati involontari senza NASPI da almeno tre mesi, ai caregiver che assistono un familiare da almeno sei mesi, le persone con invalidità pari o superiore al 74% e gli addetti ai lavori gravosi.

Citiamo, infine, i lavoratori precoci ossia coloro che hanno versato almeno un anno di contributi prima dei 19 anni.  Quota 41 consente loro di andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età. Condizione necessaria è appartenere ad una categoria dell’APE Sociale.

Gestione cookie