Insolazione, colpo di calore, collasso: attenzione a questi sintomi, il problema riguarda le persone di tutte le età

L’insolazione e il colpo di calore sono solo alcuni dei problemi che possono insorgere con le temperature troppo alte.

In questi giorni abbiamo superato molti record meteo. Dunque le Linee Guida del Ministero della Salute vanno a cercare di proteggere tutti quanti.

colpo di calore
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Molti comportamenti corretti li abbiamo acquisiti con l’esperienza. Qualche scottatura al mare o qualche piccolo malessere ci hanno insegnato che col troppo caldo non si scherza. Ma a volte vale la pena “ripassare la lezione” perché ne va davvero della vita. Ecco allora come capire se siamo vittime di insolazione o colpo di calore, o se stiamo per collassare.

Alcuni suggerimenti possono sembrare “scontati”, in realtà proprio perché così semplici tendiamo a dimenticarcene. Invece le temperature di questi ultimi tempi – soprattutto prolungate e senza sosta – causano danni a tutte le età. Non solo anziani e bambini piccoli, dunque: i danni del sole non guardano la carta d’identità.

Insolazione, colpo di calore, collasso: riconosciamo subito i sintomi per curarci al meglio

Saper individuare la situazione e le prime manifestazioni di disagio è fondamentale per intervenire in tempo. Infatti con l’esposizione al caldo eccessivo i danni possono diventare anche severi, e portare al collasso cardiaco. Come per molte altre cose, prevenire è l’arma migliore.

Ricordiamo i principi basilari, che ogni anno ci vengono ricordati da tutti i canali di comunicazione. Bisogna evitare il più possibile di uscire nelle ore più calde della giornata, bisogna bere molta più acqua del solito, e alimentarsi con frutta e verdura. Naturalmente, bere alcol è davvero nocivo, e con il caldo ancora di più.

Ma ci sono alcune categorie di persone che, anche volendo, non possono “rispettare” tutte queste precauzioni. Immaginiamo chi deve lavorare sotto al sole, oppure in ambienti strutturalmente più caldi (panifici, ristoranti, pizzerie, cantieri edili o fabbriche, per fare degli esempi); o ancora, chi soffre di pressione alta, o chi prende alcuni farmaci che potrebbero aumentare gli effetti di una temperatura troppo elevata.

I rischi sono legati a diversi segnali che il corpo invia quando qualcosa non va. Con un colpo di calore la pressione sanguigna si abbassa, possono comparire nausea e mal di testa, e persino “confusione mentale”. Talvolta compaiono crampi e l’urgenza di bere molto. Arrivare a queste condizioni non è molto difficile. Se la temperatura supera i 35 gradi e c’è molta umidità non possiamo disperdere il calore col sudore. Andiamo incontro a disidratazione, magari perché abbiamo acceso un ventilatore.

L’insolazione, poi, si può aggiungere al colpo di calore quando oltre alle temperature elevate ci esponiamo direttamente ai raggi del sole. Quindi se ci troviamo all’esterno. Ai sintomi sopra indicati si vanno ad aggiungere i danni alla pelle. All’ipertermia si aggiunge la febbre e dunque ancora maggiore disidratazione. Se non si interviene in tempo, si rischia il collasso. Anche se non soffriamo di malattie cardiache.

Se cominciamo ad accusare alcuni dei disturbi descritti poco sopra, meglio chiamare subito il proprio medico oppure il 118. Il tempo assume importanza vitale. Mentre si attende l’ambulanza, è preferibile seguire i consigli divulgati dallo stesso ISS.

Se possibile, meglio trasportare la persona in un luogo più fresco e/o ventilato. Se necessario, distenderla e farle alzare le gambe. Si possono usare dei panni freschi bagnati e strizzati per abbassare la temperatura corporea. Bisogna cercare di tranquillizzare il soggetto, perché l’agitazione/ansia aumentano gli effetti del colpo di calore.

Si può somministrare dell’acqua, ma a piccoli sorsi e soprattutto non deve essere ghiacciata. Niente antifebbrili se non è stato il medico a dare questa indicazione. Infine, non utilizzare alcol per abbassare la temperatura del corpo. Si tratta di un “rimedio della nonna” che può rivelarsi ancora più dannoso, perché causa uno shock termico.

(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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