Se scegli il regime forfettario partita IVA puoi avvalerti dei bonus casa? Ecco le 3 eccezioni che lo permettono
La partita IVA forfettaria garantisce vari vantaggi ma non quelli dei bonus casa. Attenzione però ad alcune eccezioni.
Bonus casa e partita IVA con regime forfettario non sono, in linea di massima, compatibili. Tuttavia sussistono 3 eccezioni che consentono comunque di beneficiare delle agevolazioni.
C’è chi già saprà che il regime forfettario agevolato è stato introdotto alcuni anni fa dalla legge. Esso prevede varie semplificazioni e agevolazioni per le aziende di piccole dimensioni. Di fatto è un regime fiscale ad hoc, che include delle semplificazioni fiscali e contabili per gli aderenti che hanno aperto una partita IVA.
Nato per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di giovani professionisti o supportare i soggetti che già hanno attività avviate, il regime forfettario ha indubbi vantaggi pratici. Per es. grazie ad esso l’aderente può abbattere le spese di fatturazione, in considerazione dell’aliquota ridotta per le tasse e della riduzione della percentuale dei contributi INPS.
Tuttavia qualche punto debole c’è. Infatti, oggi non è più possibile effettuare la detrazione di alcuni servizi che in precedenza erano scalabili. Ci si potrebbe domandare se ciò vale anche per i bonus casa: di seguito intendiamo approfondire proprio questi temi, per dare una risposta puntuale. E’ possibile sfruttare il bonus casa quando si possiede una partita IVA agevolata? Scopriamolo nel corso di questo articolo.
Partita IVA agevolata e bonus casa: i vantaggi del regime forfettario
Andando subito a dare una risposta al quesito appena citato, chiariamo che come le altre agevolazioni previste dalla legge, anche sul piano dei bonus casa le P. IVA risultano in qualche modo penalizzate. Ma questo soltanto in linea generale, giacché in talune circostanze è ancora possibile sfruttare le agevolazioni casa per mutui e ristrutturazioni, previste negli ultimi anni. Lo vedremo tra poco.
Per capire quali rapporti vi sono tra partita IVA a regime forfettario e bonus casa, appare opportuno prima dare qualche indicazione generale sul citato regime di favore.
Partita IVA agevolata e regime forfettario sono sinonimi e fanno riferimento ad un contesto in cui il possessore di p. IVA è avvantaggiato sotto i seguenti aspetti:
- può sfruttare una tassazione agevolata al 5%, per i primi 5 anni di una nuova attività per poi passare al 15%;
- sussiste una tassazione agevolata del 15% per chi è già stato possessore di partita IVA e decide di passare dal regime tradizionale a quello forfettario;
- tetto di fatturazione annua pari a 65mila euro;
- no limite d’età;
- gestione economica snella e semplificata rispetto alla tradizionale partita Iva non forfettaria.
Difficile accedere per gli aderenti al regime agevolato partita IVA
E’ ben noto che in questi anni il Governo ha inteso promuovere una fitta rete di bonus ed agevolazioni, alla luce delle conseguenze socio-economiche della pandemia e della crisi energetica degli ultimi tempi.
Tra le agevolazioni fiscali, abbiamo i bonus casa, ovvero dei meccanismi di supporto alla ristrutturazione di una casa di proprietà o all’acquisto da parte dei giovani con mutuo. Interessanti anche i bonus che mirano a favorire l’affitto in ipotesi di giovani con un reddito esiguo, o che vogliono avvicinarsi al luogo di lavoro. Non solo. Chi ha una casa di proprietà è supportato da varie detrazioni fiscali.
Come si può agevolmente notare, il quadro dei bonus casa è davvero esteso, e perciò è legittimo chiedersi quali sono i possibili rapporti o eventuali compatibilità con coloro che si avvalgono del regime agevolato partita IVA.
Ebbene, il punto è il seguente. Bonus, detrazioni, incentivi strutturali ed efficientamento energetico implicano modalità di accesso piuttosto semplici, con una comunicazione nella propria dichiarazione dei redditi. Tuttavia, accedere a questi vantaggi fiscali è decisamente più complicato per chi ha una partita IVA con regime agevolato. Perché accade ciò?
La partita IVA agevolata comporta, come detto, numerose agevolazioni ma, come bilanciamento, non consente la detrazione di varie spese già abbattute dalla fatturazione. Sono comprese ad esempio le spese del bonus casa, che non possono essere dichiarate nel proprio 730 o che, comunque, non implicano una detrazione come in ipotesi della partita IVA classica o di lavoratori o dipendenti. Stesse considerazioni si applicano alla detrazione del mutuo.
Partita IVA agevolata: le 3 eccezioni che consentono di avvalersi dei bonus casa
Gli aderenti al regime agevolato non debbono però abbattersi. Vi sono tre possibilità diverse di accedere comunque ai bonus casa, ovvero alla detrazione agevolata dei lavori o per l’acquisto della prima abitazione.
Eccole in sintesi:
- essere possessore di partita IVA e lavoratore dipendente (seconda attività con reddito da lavoratore dipendente soggetto a tassazione IRPEF).
- essere possessore di partita IVA forfettaria e di una casa di proprietà affittata. Il reddito derivante dall’affitto di una casa di proprietà concorre alla tassazione IRPEF, come il lavoro dipendente. Perciò vi è possibilità di detrarre le spese relative ai vari bonus casa.
- essere possessori di partita IVA agevolata e svolgere prestazioni occasionali con ritenuta d’acconto o prestazioni con cessione di diritto d’autore. In questi casi concorre la detrazione dell’IRPEF, rendendo possibile l’accesso ai bonus casa.
Ecco perché in tutti e tre casi espressi è possibile effettuare, all’interno della dichiarazione dei redditi, la comunicazione per ottenere le detrazioni attraverso i nuovi bonus.