WhatsApp, il messaggio trappola che mira ai soldi: come cestinare i truffatori

Il pericolo dei messaggi trappola su WhatsApp sta dilagando nelle ultime settimane. Scopriamo come individuare il raggiro e smascherare il truffatore. 

Gli utenti devono prestare attenzione alle chat di WhatsApp. Alcuni messaggi potrebbero nascondere pericolose insidie.

WhatsApp trappola messaggio
Adobe Stock

I cyber criminali approfittano della tecnologia per trovare vittime a cui rubare soldi e informazioni preziose. Basta pensare a WhatsApp, un’applicazione utilizzata da milioni di persone ossia milioni di potenziali vittime da attirare in una trappola. Maggiore è il numero di destinatari di un messaggio insidioso, più alte sono le possibilità che qualcuno cada nel raggiro regalando l’accesso ai malintenzionati nella propria vita privata. Il passaparola, in questo caso, è fondamentale per informare del pericolo il maggior numero di utenti evitando che qualcuno possa perdere i propri soldi. L’intento dei truffatori è quello di carpire dati personali e sensibili ed utilizzarlo, poi, per i loro biechi scopi. Scopriamo, dunque, come tutelarsi dalla possibile truffa.

WhatsApp, qual è il messaggio trappola

Il raggiro più comune su WhatsApp prevede l’inoltro di un messaggio inviato da parte di finti rappresentati dell’app di messaggistica che informano delle necessità di fornire informazioni urgenti. Il mittente, dunque, dice di lavorare per l’applicazione e chiederà alcune informazioni personali al destinatario. Ebbene, questa modalità di gestione delle comunicazioni non appartiene a WhatsApp. Di conseguenza occorrerà diffidare di ogni messaggio in arrivo sulla chat in cui l’interlocutore afferma di lavorare per l’app e bisognerà bloccare il contatto e segnalarlo.

Altri messaggi potrebbero chiedere di inoltrare un testo ad un numero sconosciuto. Mai esaudire questa assurda richiesta che potrebbe nascondere diversi tranelli. Allo stesso modo occorre diffidare da telefonate su WhatsApp in cui si domanda di inserire alcuni codici dettati. Potrebbe essere una chiave di accesso dei truffatori al nostro device che metterebbe in pericolo i nostri soldi.

Come proteggersi dai raggiri

Per tutelarsi dai raggiri occorre diffidare da richieste strane e di inserimento di dati e informazioni. Le trappole, infatti, vengono lanciate non solo come tentativi di phishing – via e-mail – oppure smishing – via sms – ma anche utilizzando WhatsApp, l’app di messaggistica più utilizzata. La distrazione non è ammissibile così come la superficialità di ignorare che ogni azione messa in atto possa portare i cyber criminali ad intrufolarsi nelle nostre vite per rubare i nostri soldi. Inserire la password di accesso al device può essere un modo per proteggere i dati personali ma non bisogna pensare che sia sufficiente per una tutela completa. Potremmo essere noi stessi ad “invitare” i malintenzionati a derubarci senza esserne consapevoli.

Gestione cookie