Il rapporto tra creditore e debitore prevede specifiche regole di tutela a favore del primo.
Il debitore può dunque rischiare conseguenze a livello civilistico se non adempie ai propri obblighi e, in alcuni casi, può rendersi responsabile di un reato.
La situazione di chi si trova indebitato, specialmente per grosse somme, è sempre fonte di preoccupazione e stress, oltre che foriera di conseguenze a livello legale.
Pensiamo ad es. al pignoramento, alla vendita della casa all’asta per soddisfare i creditori con il denaro ricavato dall’operazione, ma pensiamo anche alle possibili conseguenze a livello penale: si rischia il carcere in caso di indebitamento? A questa domanda intendiamo rispondere nel corso di questo articolo, ed in linea generale anticipiamo che il debitore non corre il pericolo di finire dietro le sbarre, tranne alcune eccezioni di cui tra poco diremo. I dettagli.
Rischi di ambito civile e penale per il debitore
Il rapporto di credito-debito, in estrema sintesi, è molto semplice da comprendere e non lascia spazio a dubbi: da un lato vi è la pretesa creditoria, il diritto di credito, dall’altro il debito che va adempiuto dal debitore – con lo svolgimento della prestazione che permette di conseguire l’interesse del creditore.
Ebbene, fino a questo punto è tutto piuttosto chiaro: il punto è se mai domandarsi che cosa può succedere, in base alla legge, quando il debito non è saldato dal debitore. La situazione è in sintesi la seguente:
- chi non paga un debito, e si rivela dunque inadempiente, compie meramente un illecito civile;
- con la condanna da parte del magistrato, la conseguenza è il pignoramento dei beni;
- ma chi è nullatenente, ovvero non percepisce redditi e non ha un proprio patrimonio, non rischia nulla. Il creditore non può rivalersi nemmeno verso i suoi familiari, tranne il coniuge in regime di comunione dei beni.
L’indebitamento e il fatto di non poter rispettare gli obblighi nei confronti del creditore non comporta una condanna penale e dunque non fa rischiare la galera. Le conseguenze sono prettamente di carattere civilistico.
Tuttavia, come anticipato, vi sono due specifiche eccezioni, previste dalla legge. Ne parleremo ora.
Insolvenza fraudolenta e sottrazione al pagamento delle imposte: i reati di cui si può rendere responsabile il debitore
Se quanto appena detto è la regola generale per il debitore, vero è che le norme vigenti prevedono altresì gli illeciti penali denominati insolvenza fraudolenta e sottrazione al pagamento delle imposte. Vediamo in sintesi cosa sono e quando ricorrono:
- l’insolvenza fraudolenta è quel reato che si verifica laddove una persona, al momento di obbligarsi verso il creditore, fa credere a quest’ultimo di poter adempiere quando invece non ne è nelle condizioni. Fondamentalmente è la situazione di chi garantisce di avere risorse finanziarie che poi, di fatto, non ha.
- la sottrazione al pagamento delle imposte è un differente reato che si verifica a discapito della persona che pone in essere degli atti di disposizione del proprio patrimonio (ad es. la vendita di un immobile), pur avendo al contempo un debito non saldato con il Fisco. Attenzione però: in base alla legge, il debito deve essere maggiore di 50mila euro e riguardare Irpef o Iva, altrimenti il reato non scatta.
Nel caso sussista uno di questi due reati, la posizione del debitore si complica non poco, perché il rischio di gravi conseguenze penali è concreto.
Conseguenze civilistiche in caso di debiti non saldati da parte del debitore
Dal punto di vista civilistico, da tener ben distinto da quello penalistico, il debitore che non paga il dovuto compie un illecito civile, che prende il nome di inadempimento contrattuale.
In questi casi il creditore è comunque ampiamente tutelato dalla legge, con la procedura di recupero crediti e il pignoramento dei beni. In particolare, è possibile scegliere se pignorare conto corrente, canoni di affitto o stipendi, oppure se prendere di mira i beni immobili del debitore.
Ricordiamo che gli effetti del pignoramento sono molto significativi per la posizione del debitore: la legge infatti consente al creditore di ‘aggredire’ il patrimonio del debitore per conseguire le proprie legittime pretese. Il pignoramento, nelle varie specie in cui può concretizzarsi, comporta il particolare effetto di rendere inopponibili al creditore procedente e agli altri creditori che intervengono nell’esecuzione, gli atti di disposizione effettuati sui beni pignorati. Pensiamo ad esempio alla vendita e alle cessioni dei crediti.
Concludendo, se è dunque vero che, in linea generale, il debitore non rischia (quasi) nulla a livello penale, è però altrettanto vero che sul piano civile le conseguenze possono essere anche molto pesanti. Di fatto il legislatore, con queste norme, vuole stimolare il debitore ad adempiere ai propri obblighi, onde evitare conseguenze ben peggiori.