Ripopolare i borghi è un’esigenza assai sentita in molte regioni italiane. In Sardegna un’iniziativa ad hoc è stata varata dalle istituzioni locali. Il fondo per i contributi a favore di chi sceglie di vivere in campagna e i requisiti per ottenerli.
L’Italia è un paese ricchissimo di luoghi da visitare e di cose da vedere, e i turisti lo sanno molto bene. Tuttavia è altrettanto vero che vi sono paesi, spesso di piccolissime dimensioni, che sono sempre più spopolati. Si tratta di veri e propri borghi abbandonati.
Chi vi abita sceglie di andare a vivere altrove, per motivi di lavoro, per avere maggiori comodità, per cambiar aria o semplicemente perché intende intraprendere un nuovo percorso nella propria vita.
Ebbene, proprio per reagire al fenomeno dello spopolamento dei borghi e dei piccoli centri, ecco l’iniziativa della regione Sardegna, la quale si è recentemente attivata al fine di ridurre il fenomeno della diminuzione progressiva degli abitanti nei paesini dell’entroterra. E’ infatti previsto un contributo per comprare / ristrutturare casa, ovvero un’agevolazione che vuole essere di stimolo per coloro che invece di andare via, intendono investire o vivere in un immobile della provincia sarda. I dettagli dell’iniziativa in oggetto.
Borghi abbandonati: il contributo per ripopolare i paesi in Sardegna e i numeri dell’iniziativa
La cifra è di una certa consistenza e potrebbe convincere gli indecisi a spendere parte dei propri averi per comprare casa nei borghi abbandonati. In gioco è infatti un fondo ad hoc per aiutare a restare in dette località o facilitare il trasferimento.
Previsto uno stanziamento totale pari a 45 milioni di euro, per l’acquisto o ristrutturazione di prime case nei Comuni con popolazione al di sotto dei 3000 abitanti.
D’altronde, il problema di borghi e luoghi affascinanti abbandonati perché non vi sono le persone che rimangono a vivere, rappresenta una situazione drammatica e molto grave nel nostro paese. Tantissimi sono i paesi, anche ricchi di storia e tradizione, che rischiano di essere del tutto disabitati: una perdita che le istituzioni locali sarde vogliono evitare proprio grazie al citato Fondo e al meccanismo di finanziamento previsto a favore di chi scommette sul ripopolamento dei centri rurali.
In verità l’iniziativa fa parte di un piano complessivo più grande e non mancano infatti le misure di sostegno per le imprese del tessuto locale. La regione ha disposto, a partire dal prossimo anno, un contributo nella forma del credito d’imposta fino al 40% delle imposte versate, con la volontà di sgravare le attività economiche locali dall’imposizione fiscale. Si tratta chiaramente di un incentivo atto a risollevare le attività imprenditoriali dell’area e a richiamare capitali da altre regioni e paesi.
Borghi abbandonati: i requisiti
Scendendo un po’ più nel dettaglio dei requisiti dell’agevolazione in esame – e in base al meccanismo adottato dalle autorità locali – il contributo borghi abbandonati è assegnato:
- a coloro i quali abbiano la residenza anagrafica in un piccolo comune della Sardegna;
- o a chi trasferisce la residenza anagrafica entro 18 mesi dall’acquisto della casa o dalla data di ultimazione dei lavori, a patto che il comune di provenienza non sia anch’esso un piccolo comune della stessa regione.
Ecco perché anche per chi non vive nell’isola vi è la possibilità di sfruttare il contributo in oggetto e dunque il fondo ad hoc istituito per salvare i borghi abbandonati dal rischio di spopolamento totale.
Rimarchiamo che il contributo borghi abbandonati è concesso anche al soggetto che trasferisce nel luogo la residenza e che non risiede, alla data della presentazione della domanda, in un comune della regione Sardegna. La portata potenziale dell’iniziativa è dunque molto ampia.
Mentre l’importo massimo attribuibile:
- corrisponde al 50% della spesa;
- non deve superare i 15mila euro a soggetto.
Ma attenzione: in ogni nucleo famigliare è ammesso un solo beneficiario perciò non c’è possibilità di cumulo. Inoltre, l’assegnazione del contributo borghi abbandonati è ammesso anche in favore dei richiedenti che prevedono insieme l’acquisto e la ristrutturazione – entro il tetto dei 15mila euro.