Cinquemila tonnellate di pellet sequestrate dalla Guardia di Finanza per contraffazione e frode in commercio. La truffa segnalata in tutta Italia.
Il pellet da riscaldamento utilizzato per mettere in atto una truffa nazionale. Sono 52 gli arresti effettuati in diverse regioni italiane.
La moda delle stufe a pellet ha avuto inizio in primavera dopo l’arrivo delle prime bollette con cifre da salasso. L’aumento dei costi di luce e gas ha reso quasi inevitabile per gli italiani ricercare alternative economiche al riscaldamento tradizionale e il pellet sembra essere tra le soluzioni preferite. Le file per l’acquisto delle stufe continuano anche in questa calda estate sulla spinta della paura del blocco della fornitura del gas russo prevista già nel mese di luglio. L’aumento della domanda ha comportato da subito un aumento della produzione e del costo del pellet stesso. Ha, inoltre, permesso ai truffatori di mettere in atto un giro di contraffazione che ha portato al sequestro di 5 mila tonnellate di prodotto e all‘arresto di 52 tra titolari di aziende, produttori, rivenditori e grossisti.
Truffa del pellet, la Guardia di Finanza sequestra 5 mila tonnellate di prodotti
Un’operazione a largo raggio ha coinvolto la nostra penisola portando al sequestro di 5 mila tonnellate di pellet contraffatto e commercializzato in frode. Nello stesso tempo sono stati sequestrati 47 macchinari e impianti industriali utilizzati per produrre pellet illegale e un milione e mezzo di sacchi vuoti che avrebbero dovuto ospitare il prodotto contraffatto. L’immissione sul mercato sarebbe stata compiuta sfruttando indicazioni false e marchi di certificazione contraffatti in relazione a qualità ambientale e conformità.
La comparazione di dati riguardanti importazioni, produzione nazionale, vendite e titolari di certificazioni ha permesso l’identificazione della frode. A portare avanti l’approfondimento e l’analisi del rischio il Nucleo Speciale Beni e Servizi di Roma che ha identificato i profili anomali e avviato le verifiche del caso. Le Fiamme Gialle hanno eseguito interventi in 40 province italiane registrando violazioni sulla certificazione di qualità e impianti irregolari. Il pellet prodotto, in conclusione, non aveva le caratteristiche qualitative indicate.
La qualità non si tocca
La produzione del pellet deve sottostare a rigide regole che ne determinano la qualità della filiera produttiva e la conformità ambientale. La segatura del legno deve essere compressa ad elevate temperature per realizzare i cilindretti di legno. Le colle e i leganti chimici non possono essere utilizzati durante il processo di produzione né devono essere presenti nella materia prima usata. I sistemi di riscaldamento devono funzionare efficacemente e alcune regioni pretendono l’uso esclusivo del pellet ecocompatibile. Contravvenendo ad una o più regole si rende la produzione illegale e la certificazione falsa.