Le spese mediche si possono inserire nella dichiarazione dei redditi (730 o Redditi) per ottenere una detrazione del 19%.
L’elenco del tipo di spesa medica che si può inserire è pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Ma solo se per l’acquisto è utilizzato uno strumento tracciabile, come il bancomat.
Supponiamo che un figlio, non a carico del genitore, utilizzi la carta di quest’ultimo per pagare una fattura per le proprie spese mediche. In questo caso cosa succede? Una spesa medica pagata con carta intestata a terzi è detraibile?
Spese mediche: spetta la detrazione anche se pagate con carta intestata a terzi? La risposta è chiara
La risposta è “Sì”. Il figlio potrà applicare la detrazione del 19% sulle spese mediche anche se queste sono pagate con una carta intestata a terzi. Tuttavia, è necessario che la fattura sia intestata al figlio e che dimostri di aver restituito la somma che il genitore ha anticipato.
Lo chiarisce anche l’Agenzia delle Entrate nell’interpello numero 484 del 19 ottobre 2020. In questo caso, si trattava di una prestazione sanitaria del genitore pagata dal figlio.
Inoltre, il Fisco ha ribadito che ci deve essere la certezza del pagamento tramite strumenti tracciabili ma non è rilevante chi sia l’intestatario della carta con cui tale pagamento è stato effettuato.
L’importate è che vi sia una corrispondenza tra le spese mediche e il contribuente che poi chiederà la detrazione.
Per poter detrarre le spese mediche bisogna avere una prova della transazione del pagamento, che ai sensi dell’articolo 15 del TUIR, deve essere eseguito con mezzi tracciabili.
Quindi, sono ammessi: ricevuta del bancomat, estratto conto, copia del bollettino postale, ricevuta del versamento bancario o postale oppure dei pagamenti effettuati tramite PagoPa.
La stessa Agenzia delle Entrate ricorda però che sono consentiti i pagamenti in contanti per le spese destinate all’acquisto di medicinali e dispositivi medici. Ma anche per le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale (SSN).