Con una decisione in un certo senso storica ma prevista da tempo, sale il costo del denaro e i primi interessati a questa decisione sono cittadini e imprese che hanno scelto prestiti con tasso variabile. I dettagli.
Il rialzo dei tassi di interesse voluto dalla Banca Centrale Europea era cosa nota da tempo, ma in queste ore è arrivata la formalizzazione della decisione, che crea peraltro degli effetti a cascata molto significativi e in qualche modo dolorosi.
D’altronde chi conosce l’economia sa che i tassi di interesse, di ogni tipo, si muovono nella stessa direzione: se aumenta quello che ‘guida’ a tutto il sistema, aumentano tutti. In parole povere, da ora il denaro costerà di più.
La BCE è di fatto intervenuta dopo più di un decennio scegliendo la ‘stretta’ del rialzo dei tassi di interesse di mezzo punto percentuale. D’altronde lo scenario attuale ci indica un quadro economico che non fa stare tranquilli, con un’inflazione nient’affatto lontana dalla doppia cifra: la banca centrale europea ha dunque ufficializzato una stretta monetaria pari allo 0,50% invece ce lo 0,25% accreditato finora.
Chiaro che l’incremento del costo del denaro avrà riflessi concreti sulla vita di cittadini e imprese, ma non soltanto. Proviamo a fare un po’ di chiarezza a riguardo.
Tassi di interesse su: perché la BCE lo ha voluto?
Il tasso di interesse è da intendersi come il maggiore strumento di politica monetaria della BCE. La finalità di quest’ultima è conservare la stabilità dei prezzi, vale a dire un’inflazione sul 2%. Se l’inflazione aumenta oltre i limiti e scatta l’allarme per le conseguenze che ne possono scaturire – soprattutto la perdita di valore dei risparmi – la BCE interviene incrementando il costo del denaro e, perciò, abbassando la disponibilità di moneta in circolazione.
In termini pratici, ciò vuol dire meno spese ma anche meno investimenti, insieme al rischio concreto di frenare la crescita pur di contrastare l’aumento generalizzato e fuori controllo dei prezzi.
L’incremento dei tassi della banca centrale ha ripercussioni sul livello generale dei tassi d’interesse ed anche perciò sul livello generale del costo del denaro. Ecco allora che se le banche della UE verseranno un costo più elevato per prendere in prestito denaro dalla banca centrale europea, ne conseguirà che anche i prestiti e i finanziamenti a tasso variabile, come i mutui per l’acquisto di una abitazione, per imprese e i privati cittadini saranno più onerosi.
Tassi di interesse e mutui casa: cosa succederà?
Al momento le offerte di mutuo a tasso variabile sono comprese tra l’1 e l’1,5% inteso come tasso TAEG (inclusivo di tutte le spese). Ricordiamo che quanto versa il mutuatario è legato in particolare a due voci: il tasso di riferimento – ovvero l’Euribor – e lo spread, la maggiorazione applicata dall’istituto di credito su quel parametro.
Se teniamo conto del fatto che l’Euribor è uno di quei tassi di mercato che più sono influenzati dalle scelte della BCE, vero è che finora si è mosso poco ma con tutta probabilità nel breve tempo salirà con maggiore velocità. Non dimentichiamo poi che già qualche istituto di credito aveva velocizzato i ‘ritocchi’ verso l’alto, alzando di fatto la richiesta di spread con la conseguenza di portare ad una rata più onerosa.
E non possiamo poi non rimarcare il fatto che l’Euribor aveva a sua volta già iniziato ad elevarsi. A inizio di questo mese aveva ancora il segno meno, ma nelle ultime ore ha raggiunto il segno più, a conferma del fatto che anche le rate variabili stanno già aumentando e continueranno a farlo nel corso dei prossimi mesi, in quanto l’Euribor registrerà i nuovi valori frutto delle scelte della banca centrale europea. Certamente una prospettiva non rosea per i tanti privati cittadini che hanno scelto la strada del mutuo.
Mutui a tasso fisso: i cittadini pagheranno di più
D’altronde il mutuo è il debito che si trova maggiormente nella popolazione, quello più diffuso e su cui peseranno le decisioni della BCE. Pensiamo anche ai mutui a tasso fisso, collegati all’Irs – vale a dire Interest Rate Swap che è il valore di riferimento del tasso di interesse applicato ad un mutuo a tasso fisso.
Anche questa tipologia di mutui andrà a pesare di più nelle tasche degli italiani: a giugno ad es. il suo valore aveva già superato il 2% fino ad avvicinarsi al 2,5%. E come già per il tasso variabile a detto valore va poi come sempre sommato lo spread chiesto dagli istituti di credito, nonché le varie spese che pesano sulla sottoscrizione del contratto di mutuo.
Ma è pur vero che i primi esposti alla decisione BCE del rialzo dei tassi, saranno i cittadini e imprese che si affidano a prestiti con tasso variabile.
Infine, notizie non buone anche per prestiti personali e al consumo, ma d’altronde lo abbiamo detto: a seguito della decisione BCE tutto sarà più caro. Ebbene, il quadro è il seguente: i nuovi prestiti saranno più costosi per il cittadino, senza contare che già prima del rialzo BCE dei tassi di interesse, dette forme di finanziamento su importi di esiguo ammontare non erano così vantaggiose dal lato economico – sebbene abbiano sofferto meno delle aspettative di rialzo dei tassi. D’altronde si tratta di una forma di finanziamento considerata piuttosto rischiosa da parte di istituti di credito e società finanziarie, perché si teme che colui che deve restituire i soldi avrà difficoltà a farlo. E quanto deciso dalla BCE non fa che confermare questo dato.