Nonostante l’inflazione, più di 60 mila lavoratori percepiranno circa 243 euro in più sullo stipendio, nei prossimi anni.
Grazie al rinnovo del Contratto nazionale di lavoro del settore elettrico, per il triennio 2022–2024, i lavoratori delle 1300 imprese del comparto avranno un aumento di 243 in busta paga. Si tratta del contratto più ricco mai stipulato.
Nonostante l’aumento dell’inflazione, circa 60 mila lavoratori riceveranno un aumento del 9% sullo stipendio. Si tratta di una grande vittoria, dopo più di 6 mesi di trattative, per i sindacati Filctem-Cgil, Flaei-Cisl, Uiltec-Uil, le associazioni Elettricità Futura, Utilitalia, Energia Libera ed i rappresentanti delle maggiori aziende elettriche del paese come Enel, Sogin, Terna e Gse.
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Stipendio: a quanto ammontano gli aumenti
Durante i negoziati, gli obiettivi principali perseguiti dalle parti si sono concentrati sulla transizione energetica, la digitalizzazione, la flessibilità e responsabilizzazione delle imprese e del lavoratore. Ma l’aspetto più importante è, senza dubbio, quello economico. Il settore elettrico, infatti, risulta uno dei più redditizi al momento.
Per il prossimo triennio, è previsto un incremento di ben 243 euro sullo stipendio, diviso in 4 rate:
- 60 euro il 1° ottobre 2022;
- 65 euro il 1° luglio 2023;
- 65 euro il 1° luglio 2024;
- 35 euro il 1° ottobre 2024.
Per 2 anni, invece, saranno erogati 15 euro, per 14 mensilità, come premio di produttività. Inoltre, l’accordo prevede anche il versamento di una somma una tantum di 450 euro, per coprire la vacanza contrattuale, dal 1° gennaio 2022 al 1° ottobre. Infine, vi sarà un aumento di 2 euro per ogni giornata (per un totale di 14 euro a settimana), per l’indennità di reperibilità.
I lavoratori del settore elettrico, dunque, avranno un incremento sullo stipendio di circa il 9%, per tutto il prossimo triennio.
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La gioia dei sindacati per il nuovo stipendio
Il nuovo contratto prevede la riconferma del metodo di verifica degli scostamenti dell’inflazione e l’inserimento nei minimi, alla fine del triennio, delle quote sulla produttività.
“L’intesa sull’ipotesi d’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del settore elettrico rappresenta il raggiungimento di fondamentali obiettivi e rivendicazioni che, come Cgil, stiamo ponendo al centro della nostra agenda per i prossimi anni: aumento dei salari, occupazione stabile, sicura e di qualità anche per i giovani, lotta alle discriminazioni di genere, formazione permanente, tutela dell’ambiente” . Queste le parole soddisfatte del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
Immensa gioia anche per i segretari generali di Filctem Cgil, Flaei Cisl, Uiltec Uil, Marco Falcinelli, Amedeo Testa, Paolo Pirani, per i quali “i prossimi anni saranno determinanti per l’evoluzione economica dell’Italia, ed un settore come quello elettrico potrà contribuire, anche attraverso questo contratto, a superare la forte crisi in atto”.
Gli obiettivi in tema di formazione e sicurezza
Importanti novità anche per la parte normativa del nuovo contratto del settore elettrico, con l’introduzione di un apposito protocollo per la valorizzazione della Persona nell’impresa. Nello specifico, è stato introdotto un periodo di formazione della durata di 40 ore minime.
Predisposto anche un ampliamento dei compiti dell’organismo bilaterale della formazione, “per favorire la salvaguardia occupazionale, la riqualificazione e ricollocazione del personale, l’orientamento, la formazione e l’inserimento delle nuove competenze necessarie alla transizione energetica”.
In ambito sicurezza, invece, l’obiettivo è la diminuzione della mole di lavoro. A tal fine, vi saranno maggiori riposi per interventi notturni, il riconoscimento di giornate di permesso aggiuntive e il miglioramento della banca delle ore.
I cambiamenti per i giovani
Grande interesse per le novità relative ai giovani lavoratori. Anche per loro è sancito un aumento dello stipendio. In particolare, per gli apprendisti gli incrementi saranno i seguenti:
- +6% il primo anno;
- +5% il secondo anno;
- +6% il terzo anno.
Il rinnovo del contratto collettivo, inoltre, ha predisposto una più incisiva tutela in caso di malattia grave dell’apprendista. Infine, il tema ferie; aumenteranno, infatti, di un giorno, dopo il sesto anno di anzianità (prima della riforma dopo l’ottavo).