Il personale delle Forze dell’Ordine teme che la notizia di un possibile slittamento dell’età pensionabile possa essere vera.
Scopriamo se l’aumento ipotizzato dell’età pensionabile per le Forze dell’Ordine verrà realmente messo in atto.
Il personale delle Forze dell’Ordine è in agitazione per la voce che parla di un aumento dell’età pensionabile. Ad oggi l’uscita dal mondo del lavoro è prevista al raggiungimento di 60 anni di età e 20 anni di contributi. Tale limite ordinamentale, però, sale a 65 anni per i massimi livelli ossia generali e dirigenti di Polizia. La soglia risulta, infatti, variabile a seconda del grado militare ricoperto. Da quando è stato pubblicato un emendamento con la Legge di Bilancio 1 (testo 3, articolo 189.0.2), però, il panico ha cominciato a dilagare tra il personale. Il testo sembrerebbe suggerire la possibilità di un aumento dell’età pensionabile per le Forze dell’Ordine. Una preoccupazione che è, secondo l’Unione Sindacati Militari Interforze Associati ingiustificata. Il segretario nazionale dell’Usmia Carabinieri Francesco Stollo ha ribadito che l’ipotesi è priva di ogni fondamento. Si tratterebbe, dunque, solamente di un equivoco.
Forze dell’ordine in pensione più tardi, l’origine dell’equivoco
L’equivoco nasce dall’emendamento precedentemente citato firmato da diversi senatori. Il testo proponeva per gli Ispettori e i Commissari del ruolo direttivo speciale del personale della Polizia di Stato l’ipotesi di un richiamo in servizio. Tale intervento si sarebbe potuto mettere in atto solamente dopo aver consultato i diretti interessati e solo con riferimento al periodo 1° gennaio 2022 e 31 dicembre 2023.
La proroga si potrebbe attuare solamente fino al compimento del 62esimo anno di età. Da qui l’incomprensione con l’ipotesi di un innalzamento dell’età pensionabile a 62 anni per tutto il personale delle Forze dell’Ordine. L’obiettivo della proposta consisteva unicamente nel compensare la carenza di organico nel ruolo citato. Una riformulazione dell’emendamento ha, però, escluso tale possibilità lasciando tutto com’era. Il richiamo in servizio, dunque, resta valido solo per i ruoli di Sovraintendenti e Assistenti della Polizia di Stato.
Forze armate e Polizia, i requisiti per la pensione fino al 2024
Le Forze dell’Ordine possono andare in pensione al raggiungimento dei 60 anni (diversi requisiti rispetto alla pensione di vecchiaia per gli altri lavoratori) se appartenenti a determinate categorie. Citiamo la truppa, i marescialli, i sergenti, gli ufficiali, i colonnelli e i generali di brigata per le Forze Armate. La truppa, i marescialli, i sergenti, gli ufficiali e i colonnelli per la Guardia di Finanza. Gli agenti, gli ispettori, i sovraintendenti, i commissari e i vice questori aggiunti per la Polizia di Stato Penitenziaria e i vigili e i caporeparti per i Vigili del Fuoco.
L’età ordinamentale sale a 61 anni per i generali di divisione delle Forze Armate. La soglia dei 63 anni è, poi, fissata per i generali di corpo d’armata delle Forze Armate, i generali di brigata della Guardia di Finanza e i dirigenti superiori della Polizia di Stato e Penitenziaria. Infine c’è l’età di uscita dal mondo del lavoro a 65 anni per i generali di divisione e i generali di corpo d’armata per le Forze Armate, i dirigenti generali per la Polizia di Stato e Penitenziaria e i direttori, primi dirigenti, dirigenti superiori e dirigenti generali per i Vigili del Fuoco.