Crescono gli avvistamenti della pericolosissima Caravella Portoghese. Sicilia, Calabria, Sardegna e Liguria.
La Sicilia quest’anno “vanta” un primato: la prima puntura ai danni di una bagnante da parte della Caravella Portoghese, invertebrato che è altamente pericoloso. Il suo veleno può portare facilmente alla morte.
Tutti conosciamo l’aspetto della Caravella, una creatura marina simile alle meduse ma molto, molto più pericolosa. Solitamente vive nell’Oceano Atlantico ma negli ultimi anni ha cominciato a popolare anche le aree del Mediterraneo. Forse a causa del riscaldamento dei Mari. E si avvicina sempre di più alle coste.
Purtroppo, imbattersi in una Caravella può risultare anche fatale. La bagnante colpita dai tentacoli urticanti, fortunatamente, ce l’ha fatta. Ma per precauzione è stata tenuta sotto controllo all’Ospedale di Catania. La donna infatti soffre di problemi al cuore, e l’alta tossicità delle cellule velenose poteva rappresentare un pericolo maggiore.
In Sardegna, nel 2010, si verificò un decesso proprio a causa della puntura di questa specie di Medusa. Sebbene fino ad oggi gli avvistamenti sono rimasti sempre rari, quest’anno la situazione sembra volgere in altra direzione. Ma come fare a difendersi dall’incontro con una Caravella? Ecco cosa dicono gli esperti.
La Caravella Portoghese ora popola anche i nostri Mari, cosa fare se si viene punti
Anche se la Caravella non è del tutto una medusa, ha comunque lunghi tentacoli urticanti, colmi di sostanze tossiche. Rispetto alle “classiche” meduse, riconoscerla è davvero facile. Innanzitutto possiamo vedere sulla superficie dell’acqua la grande sacca colma di gas, dai colori accesi che variano tra blu, verde e viola. Le dimensioni di questa parte della creatura sono ragguardevoli, e possono raggiungere i 30 centimetri di lunghezza e 15 di altezza.
Ma la parte più pericolosa e letale si nasconde dentro l’acqua. I tentacoli, velenosissimi, arrivano anche a 20 metri. Sono tra i più lunghi del mondo. Venire a contatto con questi tentacoli significa subire escoriazioni e “ustioni” molto gravi. Il veleno può innescare anche uno shock anafilattico nei soggetti più predisposti.
Se ci si accorge di essere stati “toccati” anche minimamente dai tentacoli della Caravella, è ovviamente opportuno farsi visitare da un medico. Nell’attesa, un buon rimedio è quello di trattare la parte con dell’Aceto bianco puro. Anche sciacquare abbondantemente con acqua di mare la parte lesa può servire a togliere le cellule urticanti rimaste nella pelle.