Pensione: fantastico, il metodo per ottenere 100 euro in più al mese

È possibile aumentare l’importo della pensione futura di 100 euro. Esiste un metodo molto efficace con effetti incredibili.

Non tutti sanno che ritardare il collocamento in quiescenza permette di aumentare l’importo della pensione, ma i benefici sono molto vantaggiosi.

pensione
Adobe Stock

Continuare a lavorare per un paio d’anni consente di guadagnare 100 euro di pensione in più. Si tratta di un’informazione che è utile sapere, soprattutto se si sta pensando di accedere alla pensione anticipata. Continuare a lavorare, dunque, permette di incrementare l’assegno pensionistico, con un importo che varia a seconda del reddito percepito.

Scopriamo, quindi, i vantaggi del posticipare l’età pensionabile e quanto si può ottenere.

Pensione: come si calcola con il sistema contributivo?

Per conoscere l’importo della pensione futura bisogna, innanzitutto, basarsi sul sistema di calcolo. Per il sistema contributivo (che si applica nel caso di versamenti previdenziali successivi al 1° gennaio 1996), è davvero molto importante ritardare il pensionamento.

In tal caso, infatti, la pensione è commisurata moltiplicando il cd. montante contributivo (cioè l’insieme dei contributi pagati dal lavoratore) per il coefficiente di trasformazione, che risulta più vantaggioso se si posticipa il collocamento in quiescenza. Dunque, per avere diritto ad un assegno pensionistico più consistente, bisogna concentrarsi o sul montante contributivo o sul coefficiente di trasformazione (o su entrambi, quando è consentito).

Ad esempio, il lavoratore può scegliere di continuare a lavorare per un altro anno e, quindi, rinviare l’inizio della pensione di 12 mesi.

In che modo avere una pensione più ricca?

Per trasformare il montante contributivo in pensione, si adotta un determinato coefficiente. Quest’ultimo, inoltre, cambia in base all’età del pensionamento, secondo il principio per il quale quanto più tardi ci si congeda tanto più aumenta il numero dei contributi versati.

Ad esempio, per il biennio 2021-2022, il coefficiente di trasformazione per il pensionamento a 57 anni è del 4,186%, per quello a 67 anni del 5,575%, mentre a 71 anni del 6,466%.

È possibile, quindi, notare come tardare l’accesso alla pensione di qualche anno fa crescere il coefficiente e, di conseguenza, l’importo dell’assegno spettante.

Per esempio, un soggetto che a 67 ha accumulato un montante contributivo di 200 mila euro, smettendo di lavorare subito, percepirebbe una pensione annua di 11.150 euro, circa 850 euro al mese. Ritardando, invece, la fuoriuscita dal mondo lavorativo di un anno, senza continuare a lavorare (e, quindi, mantenendo un montante contributivo di 200 mila euro), guadagnerebbe 11.544 euro, circa 890 euro al mese.

L’aumento, invece, sarà molto più consistente se, durante il periodo in cui si ritarda la pensione, si continua a lavorare.

Leggi anche: “Pensione: incredibile, ecco il trucco per scoprire l’importo in base allo stipendio“.

L’importo per ogni anno lavorativo

Nel caso, infatti, in cui si posticipa l’accesso alla pensione e, contemporaneamente, si continua a lavorare,  l’importo del futuro assegno pensionistico sarà incrementato notevolmente. Nello specifico, per scoprire a quanto si ha diritto lavorando un anno in più, si deve valutare non solo il coefficiente di trasformazione ma anche gli effetti sul montante contributivo.

Nel caso in cui si lavori un anno in più, sul reddito percepito in base all’attività lavorativa, si paga il 33% di contributi. Ad esempio, per un lavoro col quale si percepisce un reddito di 10 mila euro l’anno, vi saranno 3.300 euro di contributi in più.

In definitiva, più si aumenta l’età anagrafica e più si lavora, più si riceverà di pensione. Ovviamente, un solo anno in più di contributi non potrà rivoluzione l’importo finale e far guadagnare ulteriori 100 euro, perché tale obiettivo si può raggiungere posticipando la pensione di almeno due anni. Inoltre, è importante continuare a lavorare durante tale periodo.

Gestione cookie