Il Reddito di Cittadinanza si aggiorna: cosa cambia con la conversione in Legge del DL Aiuti

Novità sul Reddito di Cittadinanza con la conversione in Legge del Decreto Aiuti dello scorso 15 luglio 2022. Scopriamo gli aggiornamenti per le famiglie.

Il Decreto Aiuti introduce misure per aiutare famiglie, imprese, lavoratori in un periodo particolarmente complicato dal punto di vista socio-economico.

Reddito di Cittadinanza
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Il Senato ha approvato il testo del Decreto Aiuti convertendolo in Legge e procedendo con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Il documento contiene numerosi aggiornamenti volti a sostenere famiglie, lavoratori e imprese in questo periodo di grandi difficoltà amplificate dalla crisi di Governo. Oltre alle preoccupazioni presenti si aggiungono i timori per un futuro incerto, le incognite su quale sarà il nuovo Governo e quali saranno le strade che percorrerà. Al momento l’unica certezza è la conversione in Legge del DL Aiuti e dunque l’introduzione di nuovi bonus e agevolazioni per sostenere i cittadini colpiti dall’inflazione e dai rincari. In più, il testo apporta cambiamenti al Reddito di Cittadinanza con informazioni aggiuntive che i percettori devono conoscere.

Reddito di Cittadinanza, le novità del Decreto Aiuti

Il Decreto Aiuti è ricco di novità. Dalle agevolazioni per i lavoratori al potenziamento dei tax credit fino alle nuove regole per il Superbonus e la cessione del credito. Una lunga lista di aiuti per i cittadini a cui si affianca, però, una stretta sui percettori del Reddito di Cittadinanza. L’articolo 34 bis del Decreto Aiuti stabilisce nuove direttive relative alla ricerca attiva del lavoro durante il periodo di erogazione della misura. L’RdC, infatti, non nasce come un trattamento economico fine a se stesso ma come uno strumento di aiuto al reddito mentre si cerca attivamente un’occupazione. Nel tempo sono emerse criticità riguardanti questa fase di ricerca del lavoro dato che l’assenza di controlli ha fatto adagiare i percettori che non hanno dimostrato alcun interesse a trovare un lavoro.

Da qui l’introduzione di alcune modifiche sull’RdC. I datori di lavoro privati potranno proporre offerte di lavoro idonee al profilo del cittadino percettore della misura. In caso di rifiuto della proposta, dovranno avvisare il Centro per l’Impiego e il “no” verrà conteggiato per decidere la decadenza della misura. Ricordiamo che i primi rifiuti faranno diminuire l’importo dell’RdC, il terzo farà perdere il diritto al trattamento.

I dettagli sulla ricerca attiva del lavoro

Il beneficio decade nel momento in cui si rifiutano due offerte di lavoro congrue oppure passati 18 mesi dall’erogazione della misura (vige l’obbligo di rinnovo della richiesta). Se prima della pubblicazione del Decreto Aiuti in GU valevano nel conteggio delle proposte scartate unicamente quelle presentate dai Centri per l’Impiego, ora contano anche le offerte dei datori di lavoro privati. Al terzo no si potrà dire addio al trattamento.

In questo modo si vuole stringere la morsa sui furbetti del Reddito di Cittadinanza che ottengono l’erogazione dell’importo mensile senza cercare contemporaneamente un lavoro. Serve parallelamente un lavoro di controllo aggiuntivo per far realmente decadere la misura a chi non si reca almeno una volta al mese presso un Centro per l’Impiego o rifiuta lavori congrui. Ma cosa si intende con il termine “congruità”?

Quali sono le offerte congrue

I criteri di congruità sono la compatibilità tra la proposta di lavoro e le esperienze occupazionali pregresse, la durata dell’erogazione del trattamento, la distanza tra l’abitazione e il luogo di lavoro e la durata del tragitto utilizzando i mezzi di trasporto pubblici.

Nessuna offerta congrua potrà essere rifiutata ma solo dopo che verrà pubblicato un apposito Decreto da parte del Ministero del Lavoro atteso tra poche settimane.

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