Permessi Legge 104 e 7 mesi senza stipendio: storia della punizione esemplare per abuso

I permessi della Legge 104 sono disciplinati da una rigida normativa. Chi viola le direttive rischia il licenziamento per giusta causa oppure un’altra punizione esemplare.

Scopriamo la storia di un dipendente che ha abusato dei permessi della Legge 104 ed è rimasto sette mesi senza stipendio.

permessi 104
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La Legge 104 permette di richiedere dei permessi dal lavoro per assistere un familiare con disabilità. Durante l’assenza dal posto di lavoro, il dipendente ha l’obbligo di occuparsi della cura della persona con disabilità. Potrà fargli compagnia, andare a prendergli la spesa, pagare le sue bollette ma non potrà spendere le ore libere per dedicarsi a piaceri personali come andare al mare, allenarsi in palestra, fare una gita fuori porta. Chi viola tali direttive rischia ripercussioni sul lavoro di varia natura. Una multa, la sospensione dello stipendio per arrivare al licenziamento per giusta causa. La Giurisprudenza annovera una lunga lista di contenziosi proprio con riferimento ai permessi della Legge 104. Le diatribe tra lavoratore e datore di lavoro danno molto lavoro alla Cassazione. Oggi ne citeremo una che si è conclusa con una punizione esemplare per il dipendente.

Permessi Legge 104, la sentenza esemplare

Un dipendente di un’azienda tipografica del Trentino è finito in un vortice di controlli per l’ipotesi di un abuso dei permessi della Legge 104. Il lavoratore ha richiesto il beneficio per occuparsi della madre con invalidità. I dubbi sono nati dopo aver appurato che i permessi erano sempre richiesti per la giornata del venerdì o per i turni di notte. I lavoratori colleghi hanno avvisato il datore di lavoro che ha approfondito la questione. Nel frattempo sono cominciate a circolare delle voci su cosa facesse il dipendente durante le ore di permesso. Qualsiasi attività tranne che occuparsi della madre.

I colleghi si sono indispettiti per i disagi causati dalle assenze del caregiver. Un aspetto fondamentale della normativa stabilisce come la fruizione del beneficio non debba mettere in difficoltà l’azienda. Il nostro furbo lavoratore, invece, si è disinteressato sia degli altri dipendenti che della produzione aziendale.

I dubbi sono diventati certezze

Il datore di lavoro ha incaricato un investigatore privato di scoprire le vere occupazioni del lavoratore durante i permessi della Legge 104. Questa possibilità è concessa dalla Legge dato che il datore di lavoro ha la facoltà di verificare la lealtà del dipendente nonché il suo comportamento. Il professionista investigatore ha appurato che, invece di accudire la madre disabile, il lavoratore si recava in gita con la famiglia, a lavorare in campagna, a fare shopping. Si è trattato, dunque, di un vero e proprio abuso punibile con il licenziamento per giusta causa. Eppure, l’azienda ha riflettuto e tratto le sue conclusioni. Piuttosto che lasciare in mezzo alla strada un uomo di 50 anni ha deciso di sospenderlo per sette mesi senza retribuzione. Un duro colpo, naturalmente, ma sempre meglio che trovarsi senza lavoro.

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