Chi possiede già il riconoscimento dell’invalidità civile può accedere anche alla pensione anticipata, se soffre di questa malattia molto diffusa.
Coloro che soffrono di depressione possono ottenere la pensione anticipata.
È necessario, tuttavia, il previo riconoscimento dell’invalidità civile. Alcune forme di depressione, infatti, possono comportare delle elevate percentuali di invalidità, come, ad esempio, quella endogena (80%).
Spetta alla Commissione medico legale decidere la percentuale di riduzione della capacità lavorativa e l’eventuale congedo anticipato dal mondo del lavoro. Analizziamo, dunque, nel dettaglio la disciplina normativa, per individuare gli effettivi vantaggi a livello pensionistico che sono riconosciuti a coloro che soffrono di depressione.
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Pensione anticipata: come ottenerla se si soffre di depressione
L’operazione preliminare consiste nel riconoscimento dell’invalidità civile, condizione fondamentale per accedere alla pensione anticipata.
L’entità della depressione non è la stessa per tutti i pazienti, dunque, bisogna prima accertare che dalla malattia discenda un’effettiva ed imprescindibile diminuzione della capacità lavorativa, che impedisca di compiere i principali atti della vita quotidiana.
Bisogna, quindi, prima presentare domanda per l’invalidità. In che modo?
- Recandosi dal proprio medico di base per richiedere il certificato medico introduttivo. Con esso, il medico deve dichiarare il possesso della patologia invalidante. Successivamente, tale certificato viene inviato in via telematica, dal professionista, all’INPS. Il paziente riceverà il codice univoco, che attesta l’invio della domanda;
- entro 90 giorni dal rilascio del certificato medico introduttivo, il paziente deve inoltrare la domanda, autonomamente o tramite l’ausilio di un patronato. In pratica, l’interessato deve prenotare la visita con la Commissione medico legale, a cui è affidato il compito di verificare la sussistenza dell’invalidità e di quantificarne la percentuale;
- la visita della Commissione è, di solito, “documentale”. Vuol dire che verrà valutata esclusivamente la documentazione posseduta.
Infine, la Commissione valuta:
- la tipologia di depressione;
- la sua gravità;
- l’impatto della patologia sulla capacità lavorativa e lo svolgimento degli atti quotidiani.
Il verbale della Commissione medica
Dopo la visita, la Commissione medico legale stila un verbale, nel caso in cui la decisione sia presa all’unanimità. Diversamente, il caso viene esaminato dal Centro Medico Legale, che può decidere in base alla documentazione presentata o optare per la riconvocazione del paziente. In ogni caso, l’interessato deve ricevere comunicazione del verbale entro 120 giorni dalla sua stesura.
A questo punto, sono 3 le possibilità che possono verificarsi:
- il rigetto della domanda. Il paziente, dunque, non viene riconosciuto come invalido;
- l’accoglimento della domanda, ma con riconoscimento di una percentuale minore a quella prevista;
- l’accoglimento della domanda, con una percentuale di invalidità ritenuta appropriata alle condizioni mediche del richiedente.
Nei primi due casi, il paziente può presentare ricorso, per cercare di ottenere una decisione diversa da parte dei Giudici del tribunale, attraverso decreto di omologa.
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Le percentuali di invalidità
A seconda del grado di invalidità accordato, l’INPS eroga determinate prestazioni economiche, a partire dal 67% di invalidità.
- Dal 34%: fornitura gratuita di protesi ed apparecchiature compatibili con le patologie possedute;
- dal 46%: iscrizione alla lista per il Collocamento Obbligatorio, necessario ai datori di lavoro per ottemperare all’obbligo di assunzione degli invalidi;
- dal 51%: diritto per i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) di chiedere un congedo straordinario retribuito per cure per trenta giorni;
- dal 67%: esenzione dal pagamento del ticket sanitario per le visite specialistiche ambulatoriali, di diagnostica strumentale e di laboratorio, agevolazioni per il trasporto pubblico locale, priorità nelle graduatorie per le case popolari, riduzione del canone telefonico ed esenzione della reperibilità per le visite fiscali;
- dal 74%: erogazione dell’assegno INPS di 291,69 euro al mese, se in possesso di redditi personali inferiori a 5,010,20 euro, per disoccupati. A 67 anni l’assegno diventa Assegno Sociale;
- dal 75%: ottenimento, per i lavoratori dipendenti (pubblici e privati), della maggiorazione dell’anzianità di 2 mesi per ogni anno, fino ad un massimo di 60 mesi;
- 100%: erogazione della pensione di inabilità INPS di 291,69 euro mensili, se in possesso di redditi personali inferiori a 17.050,42 euro. A 67 anni la pensione si converte in assegno sociale;
- 100% + riconoscimento della difficoltà a deambulare o a compiere gli atti di vita quotidiana autonomamente: diritto all’indennità di accompagnamento di 525,17 euro, senza alcun limite di reddito.
Pensione anticipata per depressione: varie prestazioni economiche
I dipendenti privati e coloro che possiedono almeno 5 anni di versamenti previdenziali (di cui 3 negli ultimi 5 anni) hanno diritto all’Assegno ordinario di invalidità. Si tratta di una prestazione previdenziale e non assistenziale e, dunque, il suo importo dipende dagli anni di contributi versati.
L’inabilità lavorativa, invece, è una misura simile alla pensione. Per il suo riconoscimento, però, è necessaria una percentuale di invalidità del 100%. Dunque, in tal caso, la depressione dovrebbe essere accompagnata da qualche altra patologia invalidante. Anche questa è una misura previdenziale, dipendente dall’anzianità contributiva.
Vi è, poi, la pensione di inabilità civile, che spetta agli invalidi con un’età compresa tra i 18 e i 65 anni, privi di altre fonti di reddito. Si tratta di una misura assistenziale.
Pensione anticipata con la depressione: la pensione di vecchiaia
È possibile ottenere la pensione anticipata anche con la pensione di vecchiaia, se si possiede una percentuale di invalidità dell’80% ed un’età anagrafica di 56 anni (per le donne) e di 61 anni (per gli uomini). Inoltre, sono necessari almeno 20 anni di contributi.
Infine, si può accedere alla pensione anticipata se si ha l’accompagnamento. Si tratta di un contributo, superiore a 500 euro al mese per 12 mensilità, erogato indipendentemente dal reddito posseduto, a coloro che:
- non possono deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore;
- non riescono a compiere da soli gli atti della vita quotidiana.