Gli aumenti di stipendi e pensioni previsti dal Decreto Aiuti Bis a quanto ammontano? Conoscere le cifre farà rimanere a bocca aperta.
Il taglio del cuneo fiscale e la rivalutazione anticipata delle pensioni comporteranno aumenti in busta paga e sull’assegno pensionistico.
I lavoratori attendevano il momento in cui il Decreto Aiuti Bis avrebbe confermato gli aumenti in busta paga. Allo stesso modo, i pensionati speravano nell’anticipo del meccanismo di perequazione per adeguare l’assegno pensionistico ai nuovi costi della vita. Ora il DL è stato approvato e le misure verranno applicate. Per aumentare gli stipendi dei lavoratori non si è optato per l’iniziale ipotesi di prorogare il Bonus 200 euro fino a dicembre. La strada scelta è stata quella del taglio del cuneo fiscale che, ricordiamo, non inciderà sulla pensione di domani. Parliamo di un aumento dello sgravio contributivo dello 0,8% già attivo fino al 2% grazie ad un ulteriore sconto dell’1,2%. Finalmente, avranno pensato i lavoratori, un aiuto economico per combattere l’inflazione. Il calcolo dell’ammontare degli aumenti, però, deluderà i beneficiari della misura.
Aumenti degli stipendi, che delusione!
Dal 1° luglio 2022 al 31 dicembre 2022 i lavoratori potranno contare sugli aumenti in busta paga. Aumenti che sono, però, minimi. Il taglio del cuneo fiscale che ha raggiunto i 2 punti percentuali, infatti, non regala grosse cifre aggiuntive ai cittadini ma importi che non si avvicinano neanche lontanamente ai 200 euro del Bonus una tantum.
In più, gli aumenti non saranno indirettamente proporzionali al reddito. Chi già guadagna di più riceverà una somma più alta rispetto a chi ha redditi inferiori. La cifra maggiore raggiungibile è di 27 euro circa per chi ha un reddito vicino ai 35 mila euro. L’aumento scende a 23 euro circa per chi tocca quota 30 mila euro all’anno per abbassarsi ulteriormente a 15 euro al mese per chi ha un reddito di 20 mila euro. Infine, chi guadagna sui 15 mila euro all’anno noterà un aumento di 12 euro al mese fino a dicembre. I calcoli sono stati effettuati considerando lo sgravio previsto dell’1,8% ma essendo stato fissato dal DL Aiuti al 2%, le cifre citate dovranno essere aumentate del 20%. Rimangono, comunque, insufficienti per contrastare l’inflazione. “Una vergogna” secondo il sindacalista UIL Bombardieri, affermazione che incontra l’approvazione dei lavoratori.
E le pensioni?
Passando alla rivalutazione del 2% delle pensioni il discorso non cambia. Il meccanismo di perequazione porterà ad un aumento di 19 euro al mese per una pensione di 952 euro. L’aumento per la pensione minima – 524 euro – è di dieci euro. Con l’aumentare della pensione, poi, crescerà l’assegno di venti, trenta, quaranta o cinquanta euro (per le pensioni cinque volte la pensione minima) rendendo incomprensibile questa rivalutazione “al contrario”. Va aiutato chi prende 600 euro al mese o chi ne prende 2.600?
Che il mondo dei politici sia una dimensione alternativa a quella dei comuni cittadini in cui i numeri hanno altri significati? Questa è l’unica spiegazione per l’attivazione di una misura che dovrebbe aiutare a combattere il caro vita, il caro energia e ogni altro rincaro con dieci euro.