L’INPS ha pensato a tre modi per andare in pensione a 64 anni valutando costi e sostenibilità per evitare la legge Fornero.
La riforma delle pensioni ha avuto una battuta di arresto con la crisi e poi la caduta del governo. Ma per sapere cosa accadrà bisogna aspettare il 25 settembre.
In molti però, politici e cittadini, temono di tornare alla Fornero e di lasciare il lavoro a 67 anni di età anagrafica e 42 anni e 10 mesi di contributi. Quindi, senza possibilità di ritirarsi in anticipo dal lavoro.
3 sono le ipotesi per andare in pensione a 64 anni: ecco modalità e costi
La necessità di una riforma delle pensioni è necessaria soprattutto come ha reso noto l’IPS nel suo “21esimo Rapporto annuale sulla previdenza”. Infatti, secondo le stime dell’ente previdenziale le spese previste per la pensione saranno 312 miliardi di euro, il 17% del PIL. Le previsioni però sono allarmanti perché si stima che entro il 2035 il PIL salirà al 18,7%.
Sono questi i motivi per cui pensare a una riforma che abbassi l’età pensionabile, come Quota 41 e pensione a 62 anni, è impossibile perché costano troppo.
L’INPS teme un crac finanziario considerando anche le previsioni demografiche dell’ISTAT e i documenti di finanza pubblica. La paura è arrivare a fine 2029 con un patrimonio netto negativo di 92 miliardi di euro. L’INPS propone di andare in pensione a partire da 64 anni e con 35 anni di contributi. Tre sono le soluzioni che l’INPS propone.
3 ipotesi per andare il pensionamento anticipato
La prima ipotesi è lasciare il mondo del lavoro a 64 anni con 35 di contributi e il ricalcolo contributivo. L’importo dell’assegno deve essere almeno 2,2 volte il valore dell’assegno sociale, attualmente fissato a 468,11 euro al mese. Il costo di questa prima soluzione sarebbe di 900 milioni di euro nel 2023, poi di 2 miliardi nel 2024 e infine di oltre 3,7 miliardi nel 2029.
Un’altra proposta è suggerita dall’economista Michele Raitano. Questa ipotesi prevede una penalizzazione del 3% sulla rata della pensione per ogni anno fino al raggiungimento dei 67 anni e quindi della pensione di vecchiaia. Anche questa soluzione parte dall’uscita dal mondo del lavoro a 64 anni con 35 anni di contributi e un assegno pari al 2,2 volte l’assegno sociale. Questa ipotesi vale 1 miliardo di euro nel 2023, poi 2,3 miliardi nel 2024 e, poi, nel 2029 oltre i 5 miliardi.
Infine, la soluzione più flessibile è quella proposta dal Presidente dell’INPS, Pasquale Tridico ed è anche la più economica. La pensione si ottiene in due momenti (tranche). La prima a 63 o 64 anni con 20 anni di contributi maturati. Al raggiungimento dei 67 anni si aggiunge la parte restante. In questo caso la spesa sarebbe solo di 500 milioni nel 2023, di 1,5 miliardi nel 2024 e di 2,5 miliardi nel 2029.